Questo articolo è stato pubblicato nel libro Analisi del fumetto. Lo ripropongo con pesanti, necessarie e dovute correzioni.
Onestamente la prima versione faceva schifo. Spero che le correzioni siano servite a rendere l'articolo più scorrevole e interessante.
Mi scuso con chi ha letto la versione pubblicata nel libro.
In rete c'è un altro articolo su Adachi:
Lo zen e l'arte di giocare a baseball.
I fumetti di Mitsuru Adachi
Mitsuru Adachi è un autore di spicco della scena fumettistica nipponica fin dagli anni ottanta quando pubblica manga come “Rough”(1), “Touch”(2) e “Miyuki”(3), seguiti nel decennio successivo dalla serie fiume “H2”(4) che può essere considerata l'opera della sua maturità.
In un primo momento il fumettista giapponese, come molti suoi colleghi, viene scoperto dal pubblico italiano solo in via mediata grazie alla trasposizione animata di uno dei suoi manga. “Touch”, ribattezzato “Prendi il mondo e vai”, viene trasmesso nel 1988 anticipando di sei anni la prima pubblicazione di un suo fumetto in Italia, avvenuta nel 1994 con “Rough”. La serie, sebbene possa essere considerata una delle migliori dell’autore giapponese, non incontra il favore dei lettori, costringendo Star Comics, editore principale delle opere di Mitsuru Adachi in Italia, a non proporre nuovi fumetti fino al 1999, quando l’edizione italiana “Touch” apre la strada alla pubblicazione di molti altri titoli.
Una costante delle opere di Mitsuru Adachi è il tema dell’adolescenza, sviscerato in tutti i suoi aspetti e sfumature, dall’amore all’amicizia, passando per tutti i piccoli e grandi turbamenti che può comportare quell'età, come l’importanza attribuita al sogno di primeggiare nello sport o a piccoli eventi quali le vacanze estive. Di volta in volta i fumetti di Adachi hanno diverse dosi di questi ingredienti e così può accadere che in “H2” venga posta al centro dell’attenzione la sfida sportiva (5) mentre in “Miyuki” lo sport venga messo da parte per dare spazio a un complicato triangolo amoroso con un tono da commedia degli equivoci.
Comunque l’impronta di Adachi è riconoscibile più che mai già a partire dal livello grafico. In ogni nuovo fumetto si può notare la presenza di personaggi con la stessa fisionomia di quelli visti nelle opere precedenti. In “Miyuki” come in “H2”, in “Rough” come in “Touch”, il protagonista ha sempre lo stesso volto da adolescente un po’ belloccio, come un attore feticcio fatto recitare da un regista in tutti i propri film. Lo stesso si può dire per gli altri personaggi: c’è sempre la solita ragazzina carina acqua e sapone di cui tutti vogliono la mano, lo stesso teppista, lo stesso ciccio simpatico e così via…
Il registro di Adachi presenta delle costanti anche a livello narrativo, non solo in senso macroscopico (come detto sopra, l’adolescenza in tutte le sue sfumature) ma anche nei piccoli dettagli. Sono tipici dei suoi fumetti certi accenni velati al sesso, descritti sempre in sequenze brevi, ironiche e solari, oppure l’autoironia che si presenta sotto forma di giochi metafumettistici fra l’autore e i lettori (per esempio Adachi scherza spesso sulla sua presunta mancanza di fantasia che si traduce nella riproposizione degli stessi volti dei personaggi da una serie all’altra).
Una combinazione fra questi due temi, cioè l'accenno velato al sesso e il gioco metafumettistico, è presente in una coppia di tavole collocata nell’incipit di “H2”.
Nelle didascalie di pagina 17 del primo volumetto il protagonista medita sull’importanza del passaggio dalle scuole medie alle superiori:
«… Noi quindicenni…
«… Dopo le brevi vacanze primaverili…
«… Passeremo alle scuole superiori…
«Ognuno si prepara… A interpretare sul suo palcoscenico i prossimi tre anni della sua giovinezza».
A questo punto arriva la frase chiave: «Si sta per voltare pagina…»
Al termine di un monologo così serio l’affermazione conclusiva andrebbe interpretata nel senso che è ormai giunto il momento di imboccare la strada della maturità e lasciarsi alle spalle i residui della fanciullezza…
Invece l'esclamazione «Si sta per voltare pagina…» è da intendere in senso letterale: il lettore è arrivato in fondo a pagina 17 e sta per girare la pagina. Nella tavola successiva un paio di mutandine da donna che cadono in testa al protagonista!
In questa coppia di tavole Adachi dà una dimostrazione della sua abilità nell'imprimere brusche sterzate all’atmosfera dei suoi racconti. L’autore è infatti dotato di una particolare sensibilità che gli permette di trasformare con naturalezza la serietà, il dramma o la tensione in riso e viceversa, risultando sempre imprevedibile e fresco.
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NOTE:
(1) Mitsuru Adachi, Rough, n. 1-14, trad. it. Simona Stanzani, Star Comics, Perugia, 1994-1996 [1987-1989]
(2) Mitsuru Adachi, Touch, n. 1-26, trad. it. Monica Malavasi, Star Comics, Perugia, 1999-2001 [1981-1986]
(3) Mitsuru Adachi, Miyuki, n. 1-12, trad. it. Emilio Martini, Star Comics, Perugia, 2005-2006 [1980-1984]
(4) Mitsuru Adachi, H2, n. 1-34, trad. it. Emilio Martini, Star Comics, Perugia, 2001-2004 [1992-1999]
(5) Va detto che in H2 lo sport può essere visto come uno "strumento" di crescita. Vedi
Lo zen e l'arte di giocare a baseball.