Ho scritto un breve romanzo intitolato Il tramezzino. Si tratta di un libro di 80 pagine pubblicato da CentoParole che può essere acquistato in rete.
Il tramezzino è un'odissea
urbana e mentale dal tono grottesco nei meandri di una quotidiana incompiutezza.
Nel romanzo viene narrato un viaggio nella mente di uno scrittore affascinato
dal suicidio, dall'architettura dei giroscale, dall'Ismaele del Moby Dick
di Herman Melville, dalla logica formale e dalle incisioni di M.C. Escher.
I protagonisti de Il
tramezzino sono uno scrittore e un attore di cui non vengono mai fatti i
nomi nel corso dell'opera. I due personaggi hanno due cose in comune: si
guardano per un breve istante al termine di uno spettacolo teatrale e in due
diverse occasioni mangiano un tramezzino.
Nell'opera viene raccontato cosa
pensa lo scrittore, morbosamente attratto dal suicidio, dopo che il direttore
della casa editrice per cui lavora lo ha incaricato di andare al supermercato
ad acquistare gli ingredienti per preparare dei tramezzini. Parallelamente
l'attore termina di recitare in uno spettacolo teatrale tratto da Moby Dick
e si reca nel bar interno del teatro per consumare una cena veloce. Le vite dei
due personaggi si intrecciano in una spirale di inutilità, nichilismo e assenza
di prospettive.
L'aspetto più interessante
dell'opera è la struttura circolare, che grazie all'originale intersezione fra
la vicenda dello scrittore e quella dell'attore ricorda alcune incisioni di
M.C. Escher, in particolare quella intitolata Mani che disegnano, nella
quale due mani si disegnano l'un l'altra.