domenica 28 febbraio 2010
I fumetti di Mitsuru Adachi (seconda parte)
Clicca qua per leggere la prima parte dell'articolo.
Si possono trovare altri esempi di questa duttilità in “Slow Step”(6), un’opera scandita da un surrealismo metafumettistico fatto di continui giochi e ammiccamenti con i lettori e caratterizzata da un marcato disinteresse per l'evoluzione del racconto e delle caratterizzazioni dei personaggi, volutamente modellati in modo stereotipato.
Solo in apparenza “Slow Step” è la storia di un triangolo amoroso fra una studentessa con la passione per il softball e due aspiranti pugili. In realtà le trame sentimentali e sportive sono una scusa per far piombare i protagonisti in situazioni assurde e al limite del ridicolo. Per raggiungere questo scopo Adachi si serve anche delle coppie di tavole.
La prima composizione si trova a pagina 27 e 28 del secondo volume. Nella prima pagina lanciatrice e battitrice si fronteggiano sul campo da softball in quella che ha le carte in regola per sembrare una sfida all’ultimo sangue. Immobili e lambite dal vento che solleva la polvere, le ragazze si scambiano sguardi fieri e determinati. Dai primi piani intensi delle due rivali traspare la determinazione a vendere cara la pelle, accentuata dalla presenza di un drago e di una tigre disegnati sullo sfondo, a simboleggiare la forza, la cattiveria e il coraggio coi quali le atlete si sfidano.
Sembra una trama stimolante e avvincente e Adachi crea molta aspettativa, ma girando pagina si scopre che il drago e la tigre non sono metafore visive. L’allenatore della squadra di softball, per scherzare e stemperare la tensione, ha collocato alle spalle delle giocatrici due cartelloni con i disegni dei due animali.
A pagina 103 del settimo volume di “Slow Step” fa capolino un altro tormentone di Adachi: un brutto ceffo si aggira furtivo nel quartiere e mette in apprensione l’innocente e indifesa protagonista del fumetto .
I genitori di Nakazato non sono in casa e un poliziotto di ronda la avverte che nei paraggi si aggira un pericoloso assassino in fuga. La ragazza si spaventa e chiede al suo amico pugile che abita nello stesso condominio di farle compagnia. La tranquillità sembra tornata ma Adachi vuole a tutti i costi che gli eventi prendano una brutta piega e Nakazato si cacci nei guai: il ragazzo che dovrebbe proteggerla dal criminale scambia una bottiglia di liquore per Coca Cola e beve così tanto da svenire.
L’evento che mette fuori gioco il pugile è poco credibile per precisa volontà di Mitsuru Adachi. L’autore sta suggerendo al lettore che il racconto sta procedendo in linea retta e per stereotipi: era chiaro fin dall’inizio della sequenza – quando il suo arrivo è stato annunciato dal poliziotto – che il brutto ceffo avrebbe fatto irruzione nell'appartamento di Nakazato. Adachi ha portato la storia in questa direzione in modo palese, creando una catena di eventi volutamente scontati e destinati a culminare fatalmente nell’incontro fra la ragazza e il delinquente. L’intera sequenza, per il modo in cui è narrata, può essere vista come un continuo strizzare l’occhio di Adachi al lettore.
Il motivo di questa impostazione si palesa leggendo pagina 104, seconda parte di una composizione per opposizione. Girando pagina si scopre che in effetti il delinquente mascherato da ninja è entrato entrato nell’appartamento di Nakazato. Tutta questa sequenza prevedibile e telefonata è servita esclusivamente a preparare un dialogo metafumettistico molto ironico:
«Mi sembra un colpo di scena troppo improvviso», afferma Nakazato.
«E’ per non sprecare carta con troppe pagine», la gela l'assassino!
NOTE
(6) Mitsuru Adachi, Slow Step, n. 1-7, trad. it. Rieko Fukuda, Star Comics, Perugia, 2001-2002 [1986-1991]
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