sabato 24 luglio 2010
I vincitori dei Premi Eisner 2010
Al Comic-Con di San Diego sono stati assegnati i Premi Eisner. Sono finiti sotto la luce dei riflettori Ed Brubaker (premiato per il Miglior numero singolo, cioè Captain America n. 601 realizzato assieme a Gene Colan, e come Miglior scrittore per il suo apporto a Captain America, Daredevil, Marvel Project, Incognito e Criminal), David Mazzucchelli, che grazie ad Asterios Polyp ha portato a casa tre premi (Miglior scrittore/artista, Miglior letterista, Miglior volume inedito), e J. H. Williams, che è stato premiato come Miglior disegnatore/inchiostratore e copertinista.
Best Short Story
"Urgent Request," by Gene Luen Yang and Derek Kirk Kim, in The Eternal Smile (First Second)
Best Single Issue (or One-Shot)
Captain America #601: "Red, White, and Blue-Blood," by Ed Brubaker and Gene Colan (Marvel)
Best Continuing Series
The Walking Dead, by Robert Kirkman and Charles Adlard (Image)
Best Limited Series or Story Arc
The Wonderful Wizard of Oz, by Eric Shanower and Skottie Young (Marvel)
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Grant Morrison scrive Kamandi, Wonder Woman e Batman Inc.
Al Comic-Con di San Diego lo scrittore scozzese Grant Morrison è stato protagonista di due conferenze durante le quali ha parlato tra le altre cose della miniserie di otto numeri Multiversity. Morrison, scherzando, ha detto che non può dire con esattezza quando uscirà Multiversity perché il lentissimo Frank Quitely è al lavoro su uno degli albi.
La miniserie conterrà sette storie autoconclusive dedicate ad altrettante Terre del Multiverso. Lo scrittore ha detto che in una delle sette storie, ambientata nella Terra 51 di Kamandi, probabilmente compariranno anche i Nuovi Dei. Per delineare questa Terra Morrison si servirà dei concetti elaborati da Jack Kirby nei fumetti pubblicati da DC Comics negli anni '70.
venerdì 23 luglio 2010
Dio odia i nerd! Scontro fra i supereroi e la Chiesa Battista al Comic-Con di San Diego
Nei giorni scorsi la Chiesa Battista di Westboro, nota per le proteste contro gli omosessuali, gli ebrei e i soldati americani, ha annunciato che avrebbe organizzato un picchetto all'ingresso del Comic-Con di San Diego.
La Chiesta Battista ha accusato i lettori di fumetti e gli appassionati di fantascienza di avere trasformato in falsi idoli dei personaggi di fantasia e ha lanciato un monito: "La distruzione di questa nazione è imminente - chiamate Batman e Superman ora, e vedete se riescono a sistemare tutti i danni che avete provocato con la vostra stupida idolatria." [da Asylum]
Alcuni lettori di fumetti non si sono fatti intimorire e ieri hanno accolto i membri della Chiesa Battista con cartelli ironici sui quali erano scritti slogan come "Odino è Dio", "Dio odia i Jedi" e "Dio odia i gattini". Su Comics Alliance c'è una galleria fotografica.
L'ultimo miracolo di Elvis a Italia Wave Love Festival
Boosta dei Subsonica e i disegnatori Francesco Cattani, Giuseppe Camuncoli, Alberto Ponticelli, AlePOP, Alberto Corradi, Diavù, Massimo Giacon e Ale Giorgini hanno realizzato un fumetto murale lungo quattro metri dal titolo L'ultimo miracolo di Elvis.
L'opera è esposta fino al 25 luglio all'Italia Wave Love Festival. I visitatori del festival possono colorare il fumetto e ricevere in omaggio dei disegni fatti dagli otto fumettisti.
Per saperne di più:
Articolo nel sito della rivista XL.
Il sito di Italia Wave.
Facedraw su Facebook.
Copertine di XL persdonalizzate dai fumettisti. Dalla pagina di XL su Facebook.
Elvis di Massimo Giacon. Da Ziguline.
Dalla pagina di Facedraw su Facebook.
Da Sottopalco.
giovedì 22 luglio 2010
Vertigo chiude Unknown Soldier e Greek Street
E' un periodo di chiusure a raffica per la linea Vertigo della casa editrice DC Comics. Dopo le serie Air di G. Willow Wilson e M.K. Perker e Young Liars di David Lapham, che si concluderanno in agosto rispettivamente con i numeri 24 e 18, la casa editrice ha deciso che termineranno la loro corsa anche Unknown Soldier di Joshua Dysart e Alberto Ponticelli (l'ultimo numero sarà il 25) e Greek Street di Peter Milligan e Davide Gianfelice (col numero 16).
Rich Johnston sostiene che potrebbe chiudere anche Madame Xanadu di Matt Wagner e Amy Reeder Hadley. Non c'è stata ancora nessuna conferma da parte della casa editrice.
Intervista a Igort. Non sarebbe possibile nessuna tavola senza un processo di sedimentazione. Si vive con le storie per anni, anche decenni
Il blog Conversazioni sul fumetto ha pubblicato un'intervista in tre parti a Igort.
"Prima di sedermi al tavolo c’è un lavoro lungo di gestazione, che è continuo e dura anche anni. Sono idee, situazioni, intuizioni che diventano personaggi o dialoghi. Ci sono decine di block notes nei quali gli appunti vengono messi a fuoco. Questo per dire, alla maniera orientale, che il foglio bianco non è che il capolinea di un lungo processo creativo. Idealmente posso fare un paio di tavole al giorno senza grossi problemi. Ma non sarebbe possibile nessuna tavola senza un processo di sedimentazione. Si vive con le storie per anni, anche decenni, i personaggi si crede di conoscerli, è qualcosa di scarsamente illuminato, come processo, di non logico. Somiglia più che altro a una vera gestazione."
Global Warming: la copertina di Giuseppe Palumbo
Giuseppe Palumbo ha disegnato la copertina dell'antologia Global Warming edita da NdA. Clicca qua per saperne di più.
Alan Moore dice no al seguito di Watchmen
Alan Moore ha dichiarato al sito Wired.com che la casa editrice DC Comics gli ha chiesto il consenso alla pubblicazione di nuovi fumetti di Watchmen. Lo scrittore ha affermato: "Mi hanno offerto la restituzione dei diritti su Watchmen se in cambio fossi stato d'accordo a pubblicare alcuni stupidi prequel e sequel. Mi sono limitato a rispondere loro che se lo avessero detto dieci anni fa, quando io lo avevo domandato, la cosa avrebbe potuto funzionare. Ma oggi come oggi non rivoglio Watchmen. Di certo non lo voglio indietro a queste condizioni."
E' dallo scorso febbraio che si parla del seguito di Watchmen, anche se fino a oggi non ci sono state né conferme né smentite da parte della DC Comics. Paradossalmente la dichiarazione di Moore rende più concreta la voce di corridoio. Secondo il sito Bleeding Cool il contratto stipulato fra DC Comics, Alan Moore e Dave Gibbons prevede che la casa editrice debba offrire ai due creatori del fumetto l'opportunità di realizzare nuove storie di Watchmen prima di potersi rivolgere ad altri autori. Quindi Moore e Gibbons hanno una sorta di prelazione (cioè devono essere i primi autori ai quali l'editore deve rivolgersi se vuole fare Watchmen 2) ma, nel caso rifiutino di lavorare al nuovo fumetto, non possono impedire che l'editore contatti altri autori.
La proposta fatta a Moore potrebbe essere quindi il primo passo verso Watchmen 2. Una volta incassato il rifiuto di Moore la casa editrice potrebbe andare alla ricerca di uno scrittore all'altezza. I convegni della DC Comics che si terranno questo fine settimana al Comic Con di San Diego si preannunciano molto interessanti...
mercoledì 21 luglio 2010
Omaggi italiani a Harvey Pekar
Il sito Lo Spazio Bianco ha pubblicato una galleria di omaggi a Harvey Pekar. Oltre a Tuono Pettinato (immagine in alto) ci sono Maicol e Mirco, Giacomo Nanni, Giulia Sagramola e Paul Hornschemeier.
Stefano Casini su Alias
Stefano Casini ha disegnato la copertina del supplemento settimanale Alias del Manifesto. Il tema dell'illustrazione è la quadrilogia Hasta la victoria pubblicata in Italia da Grifo Edizioni.
Da AVSL
Etica e politica nei fumetti di Garth Ennis: Le piccole comunità (seconda parte)
Nel libro Garth Ennis - Nessuna pietà agli eroi è stato pubblicato un mio saggio dedicato a Hitman di Garth Ennis e John McCrea.
Link utili:
Blog della casa editrice Edizioni XII.
Gli autori del libro.
Indice del mio pezzo.
Di seguito pubblico la seconda metà del paragrafo 6.5.3.
Il paragrafo 6.5.3 va letto dopo i paragrafi 6.5.1 e 6.5.2 e la prima metà del paragrafo 6.5.3.
In rete c'è anche:
Il tema della guerra nella serie Hitman
6.3.1 - La battaglia del ponte Langstone.
6.3.2 - L'Iraq.
6.3.3 - L'Africa.
Per Ennis, la saga Salvation è innanzitutto un’occasione per affrontare di petto il tema della politica. L’autore, oltre ad attaccare il sistema delle lobby, vuole esprimere la sua avversione per lo Stato, i cui vertici sono talmente lontani dai cittadini da esserne scissi, e più in generale per le forme di potere esercitate senza avere gli individui come punti di riferimento.
Nello Stato, il contratto sociale fra il governante e i governati, che si privano di una parte della libertà per consegnarla alla classe politica, non ha senso perché il governante si trova così distante dai cittadini da non poter vedere i loro interessi e bisogni. A Salvation, invece, il patto è possibile perché la comunità è piccola (6): è un vero e proprio contratto sociale, simile a quello teorizzato dalla filosofia politica e giuridica del Seicento e del Settecento, quello che viene stretto fra Custer e i cittadini. Il reverendo/sceriffo indice un’assemblea (7) e chiede, mettendo sul piatto della bilancia i pro e i contro, se i cittadini vogliono che vada davvero fino in fondo nella guerra contro Odin Quincannon.
Un contratto di questo tipo è possibile solo perché Custer è abbastanza vicino ai cittadini da poter chiedere e capire quali sono i loro bisogni e a loro volta i cittadini hanno la possibilità di esprimere il loro punto di vista. Viceversa, il vertice statale prende decisioni che hanno lo scopo esclusivo di assecondare le lobby e solo incidentalmente e casualmente possono essere favorevoli ad alcuni cittadini.
La piccola comunità offre anche l’opportunità di essere abbandonata dai membri che non ne vogliono più fare parte (8), a differenza dello Stato che grava sui cittadini senza che questi possano sbarazzarsene. Il tema dell’abbandono, non prospettato in Preacher n. 45, emergerà in maniera latente alla fine del ciclo Salvation quando Jesse Custer se ne andrà dal paese, disgustato dal razzismo strisciante che trasuda dai membri della comunità (9).
Ennis sottolinea la differenza fra lo Stato e la piccola comunità anche in una sequenza (10) nella quale Custer dirime una controversia fra due vicini. Uno accusa l’altro di avergli rubato delle assi di legno e di averle utilizzate per rifare il tetto. Custer, dopo averne accertato la colpevolezza, mette il ladro di fronte a un’alternativa: andare da “quel coglione del giudice” e affrontare un processo lunghissimo al termine del quale sarà condannato a pagare la legna e le spese processuali, oppure pagare la legna e farsi dare un pugno in faccia.
Nel discorso di Custer si respira il disprezzo per il potere giudiziario che, invece di dirimere le controversie nel miglior modo possibile, si è arroccato in un sistema contorto e inavvicinabile.
In Hitman compaiono due microsocietà: il già citato Calderone di Gotham City e la Repubblica di Tynanda. La varietà e l’estensione del cast non è di stimolo a Ennis solo per inventare situazioni inaspettate e parlare a ruota libera di un vasto numero di argomenti. Lo è anche perché la moltitudine dei personaggi è una moltitudine di tasselli che formano una società sganciata dalle logiche della politica tradizionale.
Nel corso del fumetto viene detto in modo esplicito che il Calderone è una zona nella quale il controllo della polizia è labile, se non inesistente. In una sequenza (11), nella quale i poliziotti si recano a casa di Tommy per arrestarlo, i vicini scendono in strada e protestano perché non riconoscono l’autorità degli uomini in divisa ma rispettano il ragazzo del Calderone. Il ruolo di Tommy è rimarcato quando (12) una donna del quartiere, Maggie Lorenzo, si rivolge a lui per chiedergli di aiutarla a ritrovare il figlio; in una città diventata Terra di nessuno in seguito a un catastrofico terremoto, Hitman e i suoi amici hanno l’onere di offrire un’alternativa ai cittadini del Calderone che sono stati abbandonati dal sistema ufficiale (13).
A differenza della società macroscopica di Gotham City – retta dal potere e dall’uso della forza (della polizia e di Batman) – il Calderone funziona grazie ai rapporti interpersonali e al rispetto reciproco. Ennis dedica molto spazio al bar di Noonan, fulcro del piccolo quartiere e quindi fucina del tessuto sociale.
Infine, la Repubblica di Tynanda (14) è una società di dimensioni piccolissime che, dopo il colpo di Stato fatto con l’aiuto degli eroi di Tommy, viene governata da Christian Ributu, un uomo che agisce solo per il bene del popolo. La detronizzazione del dittatore Kijaro ha molti punti in comune con la cacciata del proprietario della macelleria in Salvation.
NOTE
(6) Talmente piccola che sul cartello collocato all’ingresso del paese è stato scritto il numero dei cittadini. Questo aspetto è messo in evidenza sulla copertina di Preacher n. 41.
(7) Op. cit. n. 45, 1999.
(8) Nella miniserie Just a Pilgrim, il Pellegrino mette la comunità di fronte all’alternativa fra seguirlo o andare per conto proprio.
(9) Salvation è un tipico paese del sud degli Stati Uniti dove il razzismo verso i neri non si è mai spento completamente e l’odio viene riversato anche sulla nuova minoranza degli immigrati messicani.
(10) Op. cit. n. 45, 1999.
D.A.P. e Ausonia: Rock live painting show alla Fortezza da Basso di Firenze
Da Facebook:
Nella stupenda cornice di "InFortezza 2010" alla Fortezza da Basso di Firenze, si ripete lo spettacolo dei D.A.P. (ndr: gruppo musicale nel quale suona Riccardo Burchielli) e AUSONIA, che mette insieme fumetti e rock. Musica e Disegno dal vivo!
Allo spazio gestito dalla casa della creatività, sulla terrazza del Padiglione Spadolini alla Fortezza da Basso di Firenze.
25 luglio
Ore 22.00
AGGIORNAMENTO
Il concerto è stato annullato per problemi organizzativi.
Le cose peggiori che possono essere dette sulle graphic novel
Il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo che è un concentrato delle cose più fastidiose, scorrette e irritanti che possono essere dette sulle graphic novel. Buona lettura...
Novantacinquepercento
Alcuni giorni fa si è parlato da più parti delle case editrici che non pagano gli autori.
Nel blog di Andrea G. Ciccarelli un anonimo ha scritto:
"La verità è che il 95% degli autori andrebbe sfrondato, tagliato via, e allora sì, che il restante potrebbe vivere dignitosamente con la propria arte."
Del commento dell'anonimo mi piace la percentuale: 95%. Con buona probabilità è la percentuale di fumetti stranieri pubblicati in Italia: 95% di fumetti stranieri contro il 5% di fumetti italiani.
C'è un esercito di persone che lavora nel settore dei fumetti (traduttori, supervisori, letteristi, grafici) per produrre oggetti di carta ai quali non collaborano gli artefici principali (scrittori e disegnatori). L'industria fumettistica italiana si occupa quasi esclusivamente di "impacchettare" (uso le virgolette perché si tratta comunque di un'attività che richiede abilità e preparazione) materiale preparato all'estero. Tutte le persone che lavorano a questo processo vengono pagate; quindi, se non ci fosse la casa editrice Sergio Bonelli Editore che dà lavoro a moltissimi autori (non sarà l'unica ma è la principale), si potrebbe dire che in Italia ci sono più professionisti nel ramo dei traduttori, supervisori, letteristi e grafici che in quello degli scrittori e disegnatori.
Per me gli autori che si lamentano dei mancati pagamenti da parte dei microeditori perdono di vista il quadro generale.
E' l'industria editoriale nel suo complesso che riserva al fumetto italiano (da libreria) una minima parte delle risorse (il problema, evidenziato da Ciccarelli, era emerso anche alla scorsa Lucca), per non parlare dei casi in cui trova i soldi per pagare i supervisori e i traduttori (non sempre) ma non gli autori.
Oltre ai tradizionali editori di fumetti che fanno a gara a pubblicare esclusivamente fumetti stranieri vanno citati anche i quotidiani. Negli ultimi anni, grazie al boom degli allegati, Repubblica, Corriere della Sera e altri giornali sono diventati i principali editori di fumetti in Italia e si sono subito adeguati alla linea editoriale di impacchettare fumetti fatti da altri. In teoria i siti dei quotidiani, con le loro milionate di visitatori, potrebbero essere i luoghi ideali per pubblicare a puntate i fumetti da libreria (come ha fatto The Guardian con Tamara Drewe di Posy Simmonds) fornendo ai fumettisti una minima base economica e una visibilità che al momento mancano. Peccato che siti come Repubblica.it preferiscano riempire la colonnina della topa con immagini, foto e video citati in modo errato (e pubblicati all'insaputa degli autori?) e conditi con commenti idioti tipo "Il web impazzisce per" e "Tutto il web parla di".
Fino a qualche anno fa l'editoria sviliva la figura dell'autore di fumetti non attribuendogli la paternità delle opere (vedi Disney) e preferendo le biografie dei personaggi allo studio degli autori. Oggi, sembra incredibile dirlo, sono stati fatti dei passi indietro: non è più inutile il nome dell'autore ma l'autore stesso!
Nel blog di Andrea G. Ciccarelli un anonimo ha scritto:
"La verità è che il 95% degli autori andrebbe sfrondato, tagliato via, e allora sì, che il restante potrebbe vivere dignitosamente con la propria arte."
Del commento dell'anonimo mi piace la percentuale: 95%. Con buona probabilità è la percentuale di fumetti stranieri pubblicati in Italia: 95% di fumetti stranieri contro il 5% di fumetti italiani.
C'è un esercito di persone che lavora nel settore dei fumetti (traduttori, supervisori, letteristi, grafici) per produrre oggetti di carta ai quali non collaborano gli artefici principali (scrittori e disegnatori). L'industria fumettistica italiana si occupa quasi esclusivamente di "impacchettare" (uso le virgolette perché si tratta comunque di un'attività che richiede abilità e preparazione) materiale preparato all'estero. Tutte le persone che lavorano a questo processo vengono pagate; quindi, se non ci fosse la casa editrice Sergio Bonelli Editore che dà lavoro a moltissimi autori (non sarà l'unica ma è la principale), si potrebbe dire che in Italia ci sono più professionisti nel ramo dei traduttori, supervisori, letteristi e grafici che in quello degli scrittori e disegnatori.
Per me gli autori che si lamentano dei mancati pagamenti da parte dei microeditori perdono di vista il quadro generale.
E' l'industria editoriale nel suo complesso che riserva al fumetto italiano (da libreria) una minima parte delle risorse (il problema, evidenziato da Ciccarelli, era emerso anche alla scorsa Lucca), per non parlare dei casi in cui trova i soldi per pagare i supervisori e i traduttori (non sempre) ma non gli autori.
Oltre ai tradizionali editori di fumetti che fanno a gara a pubblicare esclusivamente fumetti stranieri vanno citati anche i quotidiani. Negli ultimi anni, grazie al boom degli allegati, Repubblica, Corriere della Sera e altri giornali sono diventati i principali editori di fumetti in Italia e si sono subito adeguati alla linea editoriale di impacchettare fumetti fatti da altri. In teoria i siti dei quotidiani, con le loro milionate di visitatori, potrebbero essere i luoghi ideali per pubblicare a puntate i fumetti da libreria (come ha fatto The Guardian con Tamara Drewe di Posy Simmonds) fornendo ai fumettisti una minima base economica e una visibilità che al momento mancano. Peccato che siti come Repubblica.it preferiscano riempire la colonnina della topa con immagini, foto e video citati in modo errato (e pubblicati all'insaputa degli autori?) e conditi con commenti idioti tipo "Il web impazzisce per" e "Tutto il web parla di".
Fino a qualche anno fa l'editoria sviliva la figura dell'autore di fumetti non attribuendogli la paternità delle opere (vedi Disney) e preferendo le biografie dei personaggi allo studio degli autori. Oggi, sembra incredibile dirlo, sono stati fatti dei passi indietro: non è più inutile il nome dell'autore ma l'autore stesso!
L'iPad di Gipi fa schifo
Gipi ha scritto un racconto sulla sua esperienza con l'iPad come strumento per disegnare:
"Fa schifo l’Ipad.
Il mio iPad fa schifo.
Lo guardo, appoggiato sul tavolo proprio sopra un album acquarello trecento grammi al metro quadro, in conflitto aperto con pennelli e penne e blocchi di colore giganti.
Il tavolo da disegno, tavolo, che vuol dire in legno, è tutto intorno, con barattoli e acqua e matite e pennarelli e gomma. Un barattolo. Quello che lavorò come posacenere per anni e adesso (poverino) si è ridotto a contenere pelle di lapis.
L’iPad sta in mezzo e sopra a questo. Nel mezzo.
Io lo guardo e penso: che schifo.
Fa veramente schifo." [continua su Il Post]
Il blog dell'autore.
A proposito della considerazione finale.
Sotto e in alto: alcuni disegni fatti da Gipi con l'applicazione Brushes.
lunedì 19 luglio 2010
Ravioli Uéstern in spiaggia a Pesaro
Da Facebook:
Ravioli Uéstern in spiaggia a Pesaro.Nei giorni di Giovedì 22, Venerdì 23 e Sabato 24 Luglio 2010, all'interno della FESTA del LAVORO (CRS - CGIL Pesaro) Gasp Comics ospiterà Pierz per un incontro con i lettori.
Dalle 19,00 fino a chiusura in tutti e tre i giorni, l'autore dedicherà gli albi.
per maggiori info:
...http://comic-soon.com/nico
pesaro@marche.cgil.it | www.marche.cgil.it/pesaro
gaspcomics@gmail.com
domenica 18 luglio 2010
Il disastro ambientale nel Golfo del Messico su Doonesbury di Garry B. Trudeau
Nel sito della rivista Linus sono state pubblicate due strisce della serie Doonesbury di Garry B. Trudeau dedicate al disastro ecologico provocato da British Petroleum nel Golfo del Messico.
Sullo stesso tema c'è un mio fotofumetto nel blog Giulio Andreotti in coma farmacologico.
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