mercoledì 26 maggio 2010
L'Africa di Garth Ennis
Nel libro Garth Ennis - Nessuna pietà agli eroi è stato pubblicato un mio saggio dedicato a Hitman di Garth Ennis e John McCrea.
Link utili:
Blog della casa editrice Edizioni XII.
Gli autori del libro.
Indice del mio pezzo.
Vi faccio leggere il paragrafo 6.3.3
Clicca qua per leggere il paragrafo 6.3.1.
Clicca qua per leggere il paragrafo 6.3.2.
In rete c'è anche Etica e politica nei fumetti di Garth Ennis:
6.5.1 e 6.5.2.
prima metà del paragrafo 6.5.3.
seconda metà del paragrafo 6.5.3.
6.5.4.
6.5.5.
6.5.6.
6.3.3 Africa
Garth Ennis ha ambientato la saga di Hitman intitolata Tommy’s Heroes nella Repubblica di Tynanda, fantomatico Stato africano governato col pugno di ferro dal presidente Kijiro. Ennis sfrutta una tipica
caratteristica degli albi di supereroi – la presenza in Africa, Asia e Europa orientale di Stati fittizi che, da un lato, hanno caratteristiche proprie, e, dall’altro, ricordano vagamente Paesi esistenti – per raccontare una storia di guerra del tutto atipica rispetto alla sua vasta produzione.
Il primo elemento anomalo è la collocazione della vicenda in uno Stato che in realtà non esiste, a differenza degli altri fumetti di guerra dell’autore nei quali, anche quando sui fatti storici vengono impiantati avvenimenti di fantasia, ci sono sempre riferimenti a date e luoghi precisi. La scelta di ambientare Tommy’s Heroes in un Paese immaginario suggerisce una sorta di “lontananza” degli occidentali dalle molte guerre senza nome, di cui spesso non si conosce nemmeno l’esistenza, che hanno insanguinato e insanguinano l’Africa (e di cui all’Occidente non importa nulla).
L’altra anomalia è la presenza di esseri umani dotati di superpoteri: il presidente della Repubblica di Tynanda ha ingaggiato come guardie del corpo due metaumani, Scarlett Rose e Skull.
L’ambientazione di Hitman nell’Universo DC permette a Ennis di giocare con gli incroci fra i generi; in questo caso lo sceneggiatore ha mescolato l’analisi di situazioni reali – l’esistenza di dittatori che acquistano armi sia per domare le ribellioni che per placare l’invidia nei confronti delle potenze militari occidentali – con la matrice supereroistica della serie.
Il risultato finale è riconducibile al filone del cosiddetto realismo supereroistico, cioè, come già accennato in precedenza, l’applicazione di concetti presi dalla vita reale al mondo di fantasia dei supereroi. Dunque, se nella realtà lo Stato africano acquista armi più o meno convenzionali come pistole, fucili e mine
antiuomo, nella fantasia potrebbe ricorrere anche alla potenza di fuoco scatenata dai supercriminali.
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