sabato 20 novembre 2010
Etica e politica nei fumetti di Garth Ennis: Il cannibalismo
Nel libro Garth Ennis - Nessuna pietà agli eroi è stato pubblicato un mio saggio dedicato a Hitman di Garth Ennis e John McCrea.
Link utili:
Blog della casa editrice Edizioni XII.
Gli autori del libro.
Indice del mio pezzo.
Di seguito pubblico il paragrafo 6.5.5.
Il paragrafo 6.5.5 va letto dopo i seguenti paragrafi:
6.5.1 e 6.5.2.
prima metà del paragrafo 6.5.3.
seconda metà del paragrafo 6.5.3.
6.5.4.
In rete c'è anche:
Il tema della guerra nella serie Hitman
6.3.1 - La battaglia del ponte Langstone.
6.3.2 - L'Iraq.
6.3.3 - L'Africa.
6.5.5 Il cannibalismo
Ennis rigetta sia le fonti giuridiche in vigore negli Stati sia le regole morali imposte dalle religioni organizzate. Lo scrittore infatti non se la prende solo con la politica degli Stati ma anche con il cristianesimo, attaccato in modo pesante in Preacher, Chronicles of Wormwood e Ghost Rider. In pratica Ennis spazza via dal suo campo di interesse le principali fonti di regole terrene e spirituali.
Cosa succede sbarazzandosi della cogenza di questi sistemi normativi?
Si apre quella grande voragine che è il problema etico.
Senza l’imperio delle norme statali e religiose, comunque considerate dall’autore fallimentari e non idonee allo scopo (1), il singolo individuo si trova di fronte alla possibilità di comportarsi come vuole senza che ci siano regole a limitarlo.
Il problema è gestire nel modo migliore i propri rapporti interpersonali tentando di capire con l’esperienza (2) e la cultura (3) cosa sono il bene e il male. E la ricerca è lastricata di fallimenti…
In Hitman la violenza, sia fisica che verbale, è l’elemento di disturbo che impedisce alla microsocietà del Calderone di prosperare nel miglior modo possibile. Tutti i personaggi colpevoli di essere violenti finiscono per pagare un caro prezzo: Pat Noonan muore dopo avere insultato pesantemente Hacken, così come muoiono Sean Noonan, Ringo Chen, Natt il Cappello e Tommy Monaghan, tutti killer o ex killer. L’attività di assassino, prima ancora di essere punita con il contrappasso, impedisce a Tommy di instaurare una vita sentimentale solida e felice. Se è vero che Hitman gode del rispetto degli abitanti del Calderone, è altrettanto vero che le sue fidanzate lo disprezzano per colpa della sua attività: Wendy lo lascia quando scopre qual è il suo lavoro (4) e Tiegel è continuamente irritata e combattuta, arrivando perfino a pensare di consegnarlo alla polizia.
Nei primi episodi della serie Tommy Monaghan afferma con decisione di uccidere solo chi se lo merita: assassino sì, ma con un’etica ferrea. Si picca di non uccidere poliziotti (5) e di scegliere le sue vittime in modo da non eliminare chi fa parte dei “buoni”, come ha modo di dire, per esempio, al capo della CSA che vorrebbe assumerlo come assassino di superumani:
“Mi piace lavorare in proprio. E mi piace scegliere chi colpire, invece di dover premere il grilletto contro uno dei buoni.” (6)
Col passare del tempo la convinzione del personaggio di essere moralmente retto si incrinerà. Il punto di non ritorno è il dialogo con Natt in Hitman n. 28. L’amico critica pesantemente l’atteggiamento di Tommy:
“Questa tua convinzione, questa linea che hai tracciato – Come non sparare a qualcuno che è buono. Chi diavolo sei per giudicare?
Non ti importa di far fuori mafiosi e uomini delle bande a dozzine, ma non uccidi nessun poliziotto?
E se fosse nel giro? E se gli piacesse picchiare qualunque povero cristo che lo guarda strano? Non lo sai!” (7)
Trovo che Hitman n. 28 sia una tappa importante nella vastissima mole di fumetti scritti da Garth Ennis.
Si può avere sfiducia nei grandi Stati perché sono controllati da una gerarchia pronta a tutto pur di conservare il potere. Si può avere sfiducia nelle piccole comunità perché contengono i semi dell’odio razziale e delle faide pronti a germogliare in qualsiasi momento. Ma cosa succede quando si realizza che Stati e piccole comunità sono composti da uomini e proprio gli uomini – e non gli apparati – sono i responsabili della deriva morale?
Hitman uccide su commissione per scelta e come se non bastasse si racconta la bugia di essere un eroe. Quante bugie si possono raccontare a se stessi fino a quando non si sprofonda nell’abisso, rappresentato da Ennis, spesso e volentieri (8), sotto forma di cannibalismo?
In Just a Pilgrim (9) Ennis riprende il tema della piccola comunità. Questa volta ambienta il fumetto in un futuro post-apocalittico dove l’umanità è stata decimata e gli Stati sono stati spazzati via. Non ci sono più gli alibi delle corporazioni e della CIA: gli uomini sono liberi dal giogo statale e hanno la possibilità di raggrupparsi in comunità organizzate come meglio credono.
Just a Pilgrim però è la cronaca di un fallimento. Evidentemente non fa parte della natura umana progredire e tendere al bene: le comunità che tentano di emergere da quell’immenso deserto che è diventato la Terra crollano inesorabilmente.
Anche Punisher: Born, la storia che darà il via a Punisher MAX, cioè la serie più importante e incisiva dell’Ennis degli anni zero, è una discesa verso l’abisso, un fare i conti con il lato oscuro della propria anima.
“Tutti se la menano su come i bambini sono il nostro futuro, la nostra speranza, eccetera… Ma non è così, cazzo!
“Da chi è che imparano? Da noi. Che comportamenti avranno? I nostri. Che errori ripeteranno? I nostri.
“La gente scopa come conigli e sputa fuori questi dannati marmocchi senza sosta, poi parla di speranza… Ma loro non faranno altro che peggiorare la merda che noi abbiamo già prodotto!
“Cosa, non siete d’accordo? Pensate che siamo qualcosa che vale la pena di prolungare?
“Bé, fatemi il piacere di guardare il Mondo che avete attorno, okay? E poi provate a dirlo di nuovo senza ridere…
“Non siamo… Mmm… Figli della fottuta luce divina che entrano mano nella mano nell’Era dell’Acquario.
“Siamo segaioli che distruggono il Pianeta e pisciano l’uno in faccia all’altro, così che metà del Mondo muore di fame e l’altra metà cerca sempre un nuovo modo per evitare che se ne accorga. Credetemi, è questo il cazzo di limite al nostro potenziale.” (10)
NOTE
(1) Nella seconda miniserie del ciclo Just a Pilgrim il Pellegrino incontra una comunità di scienziati che vuole abbandonare la Terra a bordo di uno Shuttle. Inizialmente il protagonista chiede agli uomini della missione di portare con sé una Bibbia che possa servire da guida morale. Dopo avere patito una serie di orrori il Pellegrino si convince che il Dio in cui credeva non può esistere, quindi dice all’equipaggio che sta partendo di lasciare la Bibbia sulla Terra.
(2) Nell’ultimo capitolo di Preacher Cassidy deve morire e rinascere per poter finalmente apprezzare l’amicizia che gli era stata offerta da Jesse Custer.
(3) Nella seconda miniserie di Just a Pilgrim il Pellegrino trae insegnamento dal diario scritto dal ragazzino che nella prima miniserie ha fatto saltare in aria se stesso e il Titanic.
(4) Garth Ennis e John McCrea, Hitman n. 6, DC Comics, New York, 1996.
(5) "I don't shoot cops".
Garth Ennis e John McCrea, Hitman n. 1, DC Comics, New York, 1996, pag. 24.
(6) “I like bein’ freelance. An’ I like choosin’ who I hit, instead of maybe havin’ to pull the trigger on one’ve the good guys”.
Garth Ennis e John McCrea, Hitman n. 9, DC Comics, New York, 1996, pag. 18.
(7) “Well this whole thing you got, this line you draw -- Like you ain't shoot anyone good? Who the hell are you to judge that?
Like you don't mind wastin' wiseguys an' gangstas by the dozen, but you ain't gonna kill no cop? What if he's on the take? Or he likes beatin' on any poor brother looks at him funny? You don't know!
An' you mean what you talkin' about now, like you gotta atone or somethin'? You a hitman, Tommy! You kill for money! Live wit' it!”
Garth Ennis e John McCrea, Hitman n. 28, DC Comics, New York, 1998, pag. 19.
(8) Il tema del cannibalismo è ricorrente: lo troviamo in Goddess, Hitman, Just a Pilgrim, Preacher, Hellblazer, Crossed e Punisher.
(9) Garth Ennis e Carlos Ezquerra, Just a Pilgrim n. 1-5, Black Bull Comics, New York, 2001.
(10) Garth Ennis e John Higgins, Hellblazer: Figlio dell’uomo, Magic Press, 2003, trad. it. Matteo Casali, pag. 7. Edizione originale: Garth Ennis e John Higgins, Hellblazer n. 129, DC Comics, New York, 1998, pag. 2.
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