"(...) Dico, bah, io Tex non lo leggo ma credo, tipo questione di fede, che sia sempre Tex, scritto e pensato per essere Tex e che, alla fine, che venga prima candidato e poi premiato con il Premio Micheluzzi, per me è segno che, fumettisticamente parlando, siamo messi proprio male." [continua nel blog di Andrea G. Ciccarelli]
giovedì 6 maggio 2010
Il Premio Micheluzzi a Tex è segno che siamo messi proprio male
"(...) Dico, bah, io Tex non lo leggo ma credo, tipo questione di fede, che sia sempre Tex, scritto e pensato per essere Tex e che, alla fine, che venga prima candidato e poi premiato con il Premio Micheluzzi, per me è segno che, fumettisticamente parlando, siamo messi proprio male." [continua nel blog di Andrea G. Ciccarelli]
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Sono molto d'accordo con tutto ciò, l'ho scritto anche da me (in modo assai più prosaico) e sono lieta di non essere l'unica a pensarlo.
RispondiElimina(Ti leggo sempre eh! :) Il mio libro su Adachi va avanti, a rilento ma va avanti, ho scovato un saggio giapponese che meriterebbe di essere tradotto per quanto è bello).
io invece vorrei spezzare una lancia - per principio - a favore di tex.
RispondiEliminaonestamente, se c'è una cosa che trovo ancora più irritante del conservatorismo becero di cui si accusa (a torto o a ragione che sia, non mi interessa) la giuria del micheluzzi, sono i commenti faciloni da intellettualoidi radical chic, per cui tutto ciò che è commerciale e di massa è cacca, e tutta la roba "difficile" e di nicchia è altissima bellissima incompresissima.
è davvero assurdo come non si riesca mai a trovare un equilibrio. io credo sia fondamentale ricordare sempre che il fumetto è nato come una lettura popolare, indirizzata ad audience vastissime. va benissimo che oggi ne esista anche un filone più "elevato" e che anche grazie a questo si sia giunti a riconoscere al fumetto in generale un valore artistico che prima non aveva. anzi, alleluia. ma che senso ha ora barricarsi in maniera autistica dietro questa nuova definizione? che senso ha dire che tex è vecchio e banale pur non leggendolo, solo perchè piace al papà?
l'entertainment è fatto di tanti livelli. tex è una serie, una lettura distensiva e senza alcuna pretesa se non quella di concedere un'oretta di divertimento. è un crimine? è un'offesa al dio fumetto? e se un prodotto così è fatto bene è così vergognoso che gli si voglia riconoscere un premio?
io sto parlando in generale e leggendo tex solo saltuariamente non posso affermare che nell'ultimo anno la serie sia sempre stata piacevole (ma trovo la storia attualmente in corso, di boselli e font, molto appassionante). ma, appunto, nell'ignoranza non affermo neppure il contrario, diversamente da chi preferisce dire "bah" a priori. per poi magari accendere la tv e sbavare davanti alla prima serie tv americana paracula che trasmettono su sky.
La vera cosa che non sta in piedi, molto più che l'assegnazione del premio a Tex, è l'esistenza della categoria Miglior serie realistica (italiana).
RispondiEliminaQuante sono le serie italiane? 20? 25? Dubito che siano di più.
Un premio alla miglior serie ha senso negli Stati Uniti dove escono 300 serie al mese, non in Italia dove viene premiata la miglior serie fra le venti che ci sono.
Selezionarne cinque deve essere un'impresa.
ps: occhio che quando cito qualcuno non è detto che sia d'accordo con quello che scrive (in questo caso quello che dice Ciccarelli mi sembra convincente).
pps: ciao Federica :-)
sì, luigi, non ce l'avevo con te nello specifico ma in generale con quelli come ciccarelli o come l'utente che ha commentato prima di me (della quale sono andato a leggere anche il blog, da cui il mio scatto di nervosismo) :)
RispondiEliminasul discorso della categoria sono d'accordo, ed è un problema (congenito) che forse coinvolge anche altre nomination.
Non volevo assolutamente fare una distinzione tra fumetto popolare becero e roba di nicchia altissima purissima levissima, è un discorso che non mi interessa fare.
RispondiEliminaSono consapevole dell'importanza di Tex nel panorama fumettistico odierno e di sempre, dico solo che non ha bisogno di premi ulteriori, è un fuori categoria, come Gipi è già pluripremiato pluriapprezzato e dunque fuori categoria, per come la vedo io.
Mi sembra più lungimirante accantonare i nomi blasonati in favore di autori (di nicchia o popolari che siano) meno conosciuti ma di innegabile bravura.
Meryl Streep è perennemente candidata all'Oscar e lo meriterebbe sempre ma è fuori categoria, è come se le fosse assegnato d'ufficio, e questo lo sanno tutti. Non ne ha bisogno. Lo stesse discorso per me è applicabile a Gipi o Tex o Pinky disegnato dal monumentale Mattioli.
La mia non è una presa di posizione a priori contro i grossi nomi, è un discorso che riguarda la gestione di questi premi in generale, forse, ma di sicuro da me non ci ho sprecato troppe parole ed è uscita fuori una cosa facilmente fraintendibile :)
mi fa piacere vedere di essermi sbagliato nel mio ritratto -- ma continuo a non essere d'accordo con te :p (d'oh!)
RispondiEliminamaryl streep sarà pure sempre candidata all'oscar, ma non lo vince mica sempre. uno non può mica essere penalizzato perchè è bravo. e i primi si danno a chi (secondo chi li elargisce) li merita, non per incoraggiamento. o almeno, io la penso così.
anche perchè, francamente, nello scenario ipotetico in cui qualcuno volesse assegnare a me l'oscar, mi seccherebbe parecchio sentirmi dire "lo avremmo voluto dare a di caprio ma lui ne ha già sei e allora ci sei venuto in mente tu".
poi, sai, io il premio micheluzzi non lo conosco e sto parlando in generale. bisogna vedere a chi si rivolge, qual è la sua filosofia, ecc. cioè, a sundance la logica di chi premia è diversa rispetto ai golden globes, dove un tex della situazione non avrebbe sicuramente vinto a prescindere.