lunedì 24 novembre 2008
Il fumetto incontra la scultura in Amniotic Dreams di Johann Nortje
Di recente ho letto un fumetto realizzato per essere esposto anziché stampato in un libro. E' Amniotic Dreams di Johann Nortje, in mostra presso Arte Boccanera Contemporanea fino al 17 gennaio 2009. Nortje è un artista sudafricano di 28 anni che nasce come scultore e con Amniotic Dreams si avvicina ai fumetti tentando con successo una commistione fra i due linguaggi.
L'opera è composta da oltre quaranta tavole a fumetti di 42x30 centimetri (le proporzioni ricordano il formato comic book, cioè 17x26 centimetri) intervallate da alcune sculture di ferro (clic qua per guardare una galleria di foto). Le tavole non sono slegate l'una dall'altra ma vanno lette in sequenza, e anche le sculture sono inserite logicamente all'interno della storia raccontata da Nortje.
Johann Nortje è stato intervistato da Marco Tomasini del quotidiano L'Adige.
"Amniotic Dreams, titolo della mostra e del mio fumetto, utopisticamente mira all'emancipazione completa da un sistema che tende a schiacciare le anime. I sogni amniotici sono quelli che avvengono quando siamo ancora nell'utero. A parer mio, è già da quel momento che noi decidiamo chi diverremo e quale percorso intraprenderà la nostra esistenza. La nostra vita è in tale modo sempre il risultato delle nostre scelte, in conformità alle nostre forze e alle nostre debolezze. Solo così riusciamo a vincere le difficoltà dei tragitti scelti. Questa è l'essenza degli "amniotic dreams", il fatto che noi non possiamo prendere la vita così come viene: dobbiamo combattere e sforzarci per realizzare i nostri sogni, sogni che nascondiamo profondamente e che abbiamo paura di non superare.
Il potere di vivere le nostre vite è solo nelle nostre mani, e l'unico aiuto esterno concessoci è quello della fortuna. E se il sistema sociale tende a procurarci dolore, noi possiamo emanciparci da esso, ricostruendo quel liquido amniotico nel quale ci si potrà trasformare e liberare dal dolore. Cosa che fa il protagonista del fumetto, che riesce a trasformarsi in un condor, simbolo di libertà."
Da L'Adige del 21 novembre 2008
Ho parlato di Amniotic Dreams nell'articolo E se il futuro del fumetto fosse un muro? pubblicato nel sito Fumetti di Carta.
"Il fumetto si presenta inizialmente come un viaggio di scoperta. Eveline vive in un mondo in cui l'unica attività è leggere libri, ma un giorno si chiede se esiste altro e distoglie lo sguardo dalle pagine. Decide di alzarsi dalla sua poltrona e iniziare un viaggio nel mondo surrealmente bianco che la circonda.
A questo punto della storia viene collocata una scultura dei piedi di Eveline che, come le sculture successive, ha lo scopo di costruire una metanarrazione. Così come a livello narrativo Eveline si alza dalla poltrona perché nei libri trova solo discorsi vuoti e vuole scoprire se sotto le parole c'è qualcosa di più sostanzioso, a livello metanarrativo la stessa esperienza viene suggerita al visitatore della mostra. Uscire da uno schema abituale, la bidimensionalità delle tavole a fumetti con cui è iniziata l'opera, e procedere verso la tridimensionalità della scultura.
Al termine del fumetto c'è una sorpresa per il visitatore. Il viaggio di scoperta di Eveline è in realtà un sogno amniotico: la ragazza è un feto che nell'ultima tavola nasce. La nascita è rappresentata anche da una grande scultura di Eveline appesa al soffitto nel centro della stanza che ospita la mostra; è l'istante in cui smette di essere la Eveline del sogno amniotico e inizia a essere la Eveline neonata; ma è anche l'istante in cui il lettore realizza di avere partecipato al suo sogno e per un momento ha la sensazione che la stanza, adornata dai disegni e dalle sculture con cui ha familiarizzato, sia un caldo e avvolgente ventre materno.
La mostra comprende anche una retrospettiva ospitata in un'altra sala che permette di conoscere l'attività di scultore di Nortje. Osservando i suoi precedenti lavori si nota che era già presente il legame fra illustrazione e scultura che con Amniotic Dreams è diventato un vero e proprio fumetto scultoreo."
Dal mio articolo intitolato E se il futuro del fumetto fosse un muro?
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