domenica 22 luglio 2012
Repubblica accusa Neil Gaiman di essere responsabile della strage di Denver
Avete mai notato che i giornalisti italiani non sono capaci di scrivere i nomi dei supereroi?
L'esempio più recente:
Corriere della Sera, 9 luglio 2012. Carmine Di Giandomenico è il disegnatore di "Ironman" e "Spider-man noir". La Marvel pubblica "Spiderman" e "X-Man". Un nome su quattro è scritto in modo corretto, ma solo inconsapevolmente e per caso.
Quattro errori del genere in un articolo dedicato a un autore che disegna principalmente supereroi della Marvel sono TANTI.
Eppure basterebbe cercare "Ironman" e "Spiderman" con Google: i primi risultati delle ricerche sono le voci di Wikipedia dedicate a "Iron Man" e "Spider-Man".
Davvero non capisco se i giornalisti italiani si divertono a fare i dispettucci ai supereroi oppure sono dei cialtroni che non hanno voglia di usare Google per tre secondi e mezzo...
Gli unici supereroi che sfuggono a questa vera e propria maledizione sono Batman e Superman: due nomi troppo famosi e troppo facili da scrivere perché l'Angelo Aquaro di turno sbagli.
Aquaro è l'inviato di Repubblica negli Stati Uniti e lo zimbello del blog Pazzo per Repubblica. Quando è in forma riesce a fare otto errori in un solo articolo e ieri era in forma.
Il giornalista di Repubblica, in un articolo sulla sparatoria nel cinema di Denver, è stato capace di scrivere "Batman" in modo corretto ma ha attribiuto la paternità del supereroe a Neil Gaiman anziché a Bob Kane e Bill Finger. Purtroppo non si è fermato qua, perché ha attribuito a Gaiman anche la responsabilità morale del massacro!
Una foto del vergognoso articolo (da They're coming outta the goddamn walls):
Domenico Guastafierro ha segnalato l'errore e l'insinuazione a Neil Gaiman sulla sua pagina di Twitter. Gaiman ha risposto ironicamente: "Questa cosa è un po' folle. Personalmente ritengo i giornalisti italiani responsabili del massacro".
Tra l'altro Gaiman, oltre a non essere il creatore del Cavaliere Oscuro, ha scritto pochissimi fumetti di Batman...
Anche Matteo Stefanelli su Fumettologicamente ha dedicato un articolo alla vicenda.
A differenza dei giornalisti ignoranti e incompetenti, gli autori di fumetti hanno preso spunto dai fatti di Denver per dare vita a un dibattito serio e stimolante sulla responsabilità degli autori che creano opere e personaggi moralmente ambigui.
Roberto Recchioni ha scritto un articolo intitolato Non siamo stati noi!:
"E' il 1991.
Sono uscito dal cinema Royal, dove ho visto L'Ultimo Boyscout e sto cercando un tabaccaio, dove comprare un pacchetto di sigarette.
Non fumo ma sto per cominciare.
Perché Bruce Willis che fuma le sue sigarette nel film che ho appena visto, è davvero troppo figo e io, che voglio essere come lui, ho deciso di " [continua su Asso Merrill]
Successivamente ha approfondito le sue argomentazioni nell'articolo intitolato Due modi di scrivere lo stesso personaggio...
Una replica di Werther Dell'Edera:
"Tra un artista che si confronta con la società e la società che si confronta con l'artista, secondo me c'è il muro invalicabile dell'opera. L'opera è lo spartiacque tra i due mondi. Perché l'artista confrontandosi con il reale e la società dà forma al suo pensiero in un'opera che" [continua su Watch Out!]
ps: a proposito di Repubblica... Se volete farvi una risata date un'occhiata qua, qua e qua.
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madonna santa, ma tre secondi su google non se li fanno prima di sparare cazzate su cose che non conoscono?
RispondiEliminaAngelo.