mercoledì 6 ottobre 2010
Vi faccio vedere il mio fumetto bianco
(C6H10O5)n è un fumetto spillato di 8 pagine su cui non c'è scritto nulla tranne il titolo, le indicazioni dell'autore e della casa editrice e i numeri delle pagine.
Il piccolo libro bianco assomiglia alla canzone 4.33 di John Cage (1952). Durante un concerto il musicista si sedette al pianoforte per quattro minuti e trentatré secondi senza suonare lo strumento, ottenendo così due risultati: da un lato spingere a riflettere sul significato della musica e dall'altro lato scoprire i rumori che si nascondono nel silenzio. (C6H10O5)n ricorda anche i White Paintings (1951) di Robert Rauschenberg, una serie di tele completamente bianche che sono state fonte di ispirazione dello stesso Cage.
John Cage e l'amico Robert Rauschenberg si accorsero che l'aspetto dei White Paintings, pur essendo pensati come completamente bianchi, cambiava a seconda delle condizioni di luce dell'ambiente nei quali erano esposti.
L'impossibilità del bianco assoluto si tradusse nell'impossibilità del silenzio assoluto quando Cage compose 4.33. Il vuoto lasciato dal silenzio dello strumento musicale veniva riempito dal battito del cuore, dal respiro e da altri rumori che inevitabilmente vengono prodotti dagli uomini o dalla natura.
In (C6H10O5)n questa impossibilità del totale annullamento si traduce nella necessità di dare un titolo - qualunque titolo che in qualche modo nomini l'opera, perfino "Senza titolo" - e nella "naturale" (ma forse sarebbe meglio dire "abitudinaria" o "consuetudinaria") sequenzialità che assumono i fogli di carta, seppur bianchi, quando vengono rilegati e assumono la forma di un libro.
Questi due elementi, che sulla base di convenzioni culturali che affondano le radici nel passato remoto della storia umana emergono nel libro in maniera tanto forte da sembrare (ma solo sembrare) necessari, hanno permesso di ideare un titolo curioso - (C6H10O5)n, cioè la formula chimica della cellulosa, ovvero come appare un libro le cui pagine sono bianche - e un'impaginazione palindroma molto originale, grazie alla quale il lettore, prendendo in mano il libro, ha sempre di fronte a sé la copertina. Essendo le pagine bianche, non c'è nessun punto di riferimento che permetta di capire se il piccolo libro debba essere letto da sinistra a destra (come i fumetti italiani e più in generale occidentali) o da destra a sinistra (come i fumetti giapponesi). Convivono contemporaneamente entrambi i sensi di lettura.
Di solito la realizzazione di un fumetto è intesa come un fare - sceneggiare, disegnare, colorare - e mai come un cogliere in modo passivo. (C6H10O5)n nasce perché è il fumetto che emergere dal foglio di carta bianco.
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