lunedì 27 maggio 2013

Presentazione di Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo (da Dylandogofili n. 5)


Il presente articolo è stato pubblicato nel quinto numero della fanzine Dylandogofili uscito alla fine del 2012. Si tratta di una sorta di abstract del mio libro intitolato Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo.



Dylandogofili n. 5 contiene anche un'intervista a Lola Airaghi, disegnatrice di Legs Weaver, Brendon e di una storia breve di Dylan Dog pubblicata nel sesto Dylan Dog Color Fest, un reportage su Narnia Fumetto 2012, un articolo sul lavoro che precede la pubblicazione di un fumetto della Bonelli e tre fumetti (Dylan Bob Hot Dog di Luca Boschi, Prove di morte di Nicola Rubin e L'uomo di china di Vincenzo Vitrano).

La rivista può essere acquista nelle fiere del fumetto alle quali partecipa l'Associazione Dylandogofili oppure contattando l'associazione attraverso il sito www.dylandogofili.com

Clicca qua per leggere le interviste e le recensioni.


Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo

Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo è un libro nel quale vengono analizzati a tutto tondo i fumetti di Dylan Dog scritti da Tiziano Sclavi.
Ho deciso di occuparmi in modo approfondito dell'opera di Sclavi quando ho notato che nei fumetti di Dylan Dog il creatore dell'indagatore dell'incubo aveva preso più volte le distanze dallo Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle. L'impressione iniziale, confermata successivamente, era che Dylan Dog fosse un'antitesi di Sherlock Holmes.
L'esempio principale è il motto di Dylan Dog (“Il mio metodo di indagine è di scartare tutte le ipotesi possibili. (…) Ciò che resta è molto più divertente, e guarda caso è il mio mestiere: l'incubo”), ottenuto capovolgendo una celebre affermazione di Sherlock Holmes (“Dopo avere eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità”).
Ne La dama in nero Dylan Dog afferma addirittura di non essere un detective deduttivo alla Sherlock Holmes:D'altronde, non sono certo Sherlock Holmes... Del metodo razionale di indagine non capisco niente... Sono solo uno che cerca di capire gli altri, uomini o mostri che siano...
La molla che mi ha spinto a scrivere il libro è stata la curiosità di capire per quale motivo Sherlock Holmes e Dylan Dog sono antitetici.
Ho trovato la risposta in Dylan Dog n. 3, Le notti della luna piena. In questo fumetto Tiziano Sclavi cita Friedrich Dürrenmatt, drammaturgo, romanziere e pittore conosciuto nell'ambito della letteratura gialla per avere scritto tre libri intitolati Il giudice e il suo boia, Il sospetto e La promessa. Nel fumetto c'è un personaggio secondario che ha il nome e l'aspetto del romanziere svizzero: per mezzo di questa citazione Sclavi ha fatto sapere ai lettori che l'opera di Dürrenmatt rientra fra i suoi interessi.
Ne La promessa Dürrenmatt sostiene che i detective deduttivi (di cui Sherlock Holmes è uno dei capostipiti assieme all'August Dupin di Edgar Allan Poe) riescono a mettere a segno le loro incredibili deduzioni logiche perché vivono in un Mondo semplificato rispetto a quello reale. Nella complessità della realtà il caso potrebbe insinuarsi e condizionare le indagini, e se le condizionasse in modo negativo porterebbe il detective a fallire.
Proprio il caso e il fallimento sono due temi fondamentali nel Dylan Dog di Tiziano Sclavi, come ho dimostrato nel mio libro citando numerosi e rilevanti esempi (Ombre, Inferni, lo stesso Le notti della luna piena e altri).
Il caso e l'allontanamento dal detective deduttivo sono utilizzati da Dürrenmatt e da Sclavi come metafora dell'impossibilità di una conoscenza scientifica oggettiva, resa vana dalle scoperte di Werner Heisenberg e altri scienziati nel campo della fisica.
Deriva da questo quadro generale l'impossibilità, secondo Sclavi, di poter dire cosa è la realtà. Spesso in Dylan Dog cade il confine fra la realtà e il sogno o la finzione: da questo punto di vista i fumetti più interessanti sono Storia di Nessuno, Sogni e Morgana.
Il confronto fra Dylan Dog e Sherlock Holmes e l'analisi dei temi della casualità, del fallimento e dell'impossibilità di dire cosa è reale occupano solo quattro capitoli su dodici. Gli altri otto capitoli del libro sono dedicati alla creazione di Dylan Dog, all'orrore, alla struttura della serie e ad altri argomenti.
Nel capitolo dedicato all'orrore ho spiegato cosa intende Sclavi per “mostro”, ho parlato dello splatter, inizialmente presente in maniera massiccia e poi sempre più rarefatto, e ho dato spazio a episodi come Johnny Freak, Memorie dall'invisibile, La casa degli uomini perduti e Caccia alle streghe.
Nel capitolo sulla struttura della serie ho tentato di spiegare le trame complicatissime di Morgana e Storia di Nessuno, ho passato in rassegna tutti i fumetti nei quali Sclavi ha raccontato il passato di Dylan Dog (non solo numeri ad hoc come Il lungo addio, Finché morte non vi separi e Il lago nel cielo ma anche molti dei primi episodi della serie) e mi sono interrogato sul rapporto fra Xabaras e Dylan Dog (risposta: Xabaras non è il padre di Dylan Dog!).
Oltre ai dodici capitoli ci sono tre appendici di cui una è un'intervista inedita a Tiziano Sclavi.
Il libro si apre con una presentazione generale dello scrittore, del personaggio e della serie (i primi tre capitoli sono dedicati alla genesi di Dylan Dog, all'orrore e alla struttura della serie) e prosegue con capitoli dedicati ad analisi più specifiche e puntigliose. Dal momento che l'opera di Sclavi è ricchissima di citazioni ho deciso di utilizzare principalmente (c'è qualche eccezione) le opere citate come strumenti per capire Dylan Dog.
Buona lettura!

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