Il presente articolo è stato pubblicato nel quinto numero della fanzine Dylandogofili uscito alla fine del 2012. Si tratta di una sorta di abstract del mio libro intitolato Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l'incubo.
Dylandogofili n. 5 contiene anche un'intervista a Lola Airaghi, disegnatrice di Legs Weaver, Brendon e di una storia breve di Dylan Dog pubblicata nel sesto Dylan Dog Color Fest, un reportage su Narnia Fumetto 2012, un articolo sul lavoro che precede la pubblicazione di un fumetto della Bonelli e tre fumetti (Dylan Bob Hot Dog di Luca Boschi, Prove di morte di Nicola Rubin e L'uomo di china di Vincenzo Vitrano).
La rivista può essere acquista nelle fiere del fumetto alle quali partecipa l'Associazione Dylandogofili oppure contattando l'associazione attraverso il sito www.dylandogofili.com
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Dylan Dog e Sherlock
Holmes: indagare l'incubo
Dylan Dog e Sherlock
Holmes: indagare l'incubo è un libro nel quale vengono analizzati
a tutto tondo i fumetti di Dylan Dog scritti da Tiziano Sclavi.
Ho deciso di occuparmi in
modo approfondito dell'opera di Sclavi quando ho notato che nei
fumetti di Dylan Dog il creatore dell'indagatore dell'incubo aveva
preso più volte le distanze dallo Sherlock Holmes di Arthur Conan
Doyle. L'impressione iniziale, confermata successivamente, era che
Dylan Dog fosse un'antitesi di Sherlock Holmes.
L'esempio principale è
il motto di Dylan Dog (“Il mio metodo di indagine è di scartare
tutte le ipotesi possibili. (…) Ciò che resta è molto più
divertente, e guarda caso è il mio mestiere: l'incubo”), ottenuto
capovolgendo una celebre affermazione di Sherlock Holmes (“Dopo
avere eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per
quanto improbabile, deve essere la verità”).
Ne La dama in nero
Dylan Dog afferma addirittura di non essere un detective deduttivo
alla Sherlock Holmes: “D'altronde,
non sono certo Sherlock Holmes... Del metodo razionale di indagine
non capisco niente... Sono solo uno che cerca di capire gli altri,
uomini o mostri che siano...”
La molla che
mi ha spinto a scrivere il libro è stata la curiosità di capire per
quale motivo Sherlock Holmes e Dylan Dog sono antitetici.
Ho trovato
la risposta in Dylan Dog n. 3, Le notti della luna piena. In
questo fumetto Tiziano Sclavi cita Friedrich
Dürrenmatt, drammaturgo,
romanziere e pittore conosciuto nell'ambito della letteratura gialla
per avere scritto tre libri intitolati Il giudice e il suo boia, Il sospetto e La promessa. Nel fumetto c'è un
personaggio secondario che ha il nome e l'aspetto del romanziere
svizzero: per mezzo di questa citazione Sclavi ha fatto sapere ai
lettori che l'opera di Dürrenmatt
rientra fra i suoi interessi.
Ne La
promessa Dürrenmatt
sostiene che i detective deduttivi (di cui Sherlock Holmes è uno dei
capostipiti assieme all'August Dupin di Edgar Allan Poe) riescono a
mettere a segno le loro incredibili deduzioni logiche perché vivono
in un Mondo semplificato rispetto a quello reale. Nella complessità
della realtà il caso potrebbe insinuarsi e condizionare le indagini,
e se le condizionasse in modo negativo porterebbe il detective a
fallire.
Proprio il
caso e il fallimento sono due temi fondamentali nel Dylan Dog di
Tiziano Sclavi, come ho dimostrato nel mio libro citando numerosi e
rilevanti esempi (Ombre, Inferni, lo stesso Le notti
della luna piena e altri).
Il caso e
l'allontanamento dal detective deduttivo sono utilizzati da
Dürrenmatt e
da Sclavi come metafora dell'impossibilità di una conoscenza
scientifica oggettiva, resa vana dalle scoperte di Werner Heisenberg
e altri scienziati nel campo della fisica.
Deriva da
questo quadro generale l'impossibilità, secondo Sclavi, di poter
dire cosa è la realtà. Spesso in Dylan Dog cade il confine fra la
realtà e il sogno o la finzione: da questo punto di vista i fumetti
più interessanti sono Storia di Nessuno, Sogni e Morgana.
Il confronto
fra Dylan Dog e Sherlock Holmes e l'analisi dei temi della casualità,
del fallimento e dell'impossibilità di dire cosa è reale occupano
solo quattro capitoli su dodici. Gli altri otto capitoli del libro
sono dedicati alla creazione di Dylan Dog, all'orrore, alla struttura
della serie e ad altri argomenti.
Nel capitolo
dedicato all'orrore ho spiegato cosa intende Sclavi per “mostro”,
ho parlato dello splatter, inizialmente presente in maniera massiccia
e poi sempre più rarefatto, e ho dato spazio a episodi come Johnny
Freak, Memorie dall'invisibile, La casa degli uomini
perduti e Caccia alle streghe.
Nel capitolo
sulla struttura della serie ho tentato di spiegare le trame
complicatissime di Morgana e Storia di Nessuno, ho
passato in rassegna tutti i fumetti nei quali Sclavi ha raccontato il
passato di Dylan Dog (non solo numeri ad hoc come Il lungo addio, Finché morte non vi separi e Il lago nel cielo ma anche
molti dei primi episodi della serie) e mi sono interrogato sul
rapporto fra Xabaras e Dylan Dog (risposta: Xabaras non è il padre
di Dylan Dog!).
Oltre ai
dodici capitoli ci sono tre appendici di cui una è un'intervista
inedita a Tiziano Sclavi.
Il libro si
apre con una presentazione generale dello scrittore, del personaggio
e della serie (i primi tre capitoli sono dedicati alla genesi di
Dylan Dog, all'orrore e alla struttura della serie) e prosegue con
capitoli dedicati ad analisi più specifiche e puntigliose. Dal
momento che l'opera di Sclavi è ricchissima di citazioni ho deciso
di utilizzare principalmente (c'è qualche eccezione) le opere citate
come strumenti per capire Dylan Dog.
Buona
lettura!
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