Comunicato stampa
Lezioni di Fumetto
Lezioni di fumetto 4:
Sergio Staino
DOMENICA
15 GENNAIO - TEATRO STUDIO
ORE 18
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Biglietti 8 euro
Si
dice che
Sergio Staino è come Bobo, e in parte è vero, anche se il naso di
Sergio non è poi così grosso come lo disegna. Però, come il suo autore,
Bobo è un padre di famiglia, un marito appassionato
ed un ex-militante del Pci. Per questo, con infinita saggezza, dal 1979
Bobo ci fa vivere i tormenti, le illusioni, le delusioni di chi un
tempo ha creduto nel sol dell’avvenire. E poi, con disumana costanza,
anche le disillusioni di chi ha propugnato che
il privato fosse politico e quindi deve mettere in mostra a fumetti
tutta la sua vita familiare, fatta di scontri, gelosie, incomprensioni
generazionali ma anche (anzi, soprattutto) di autoironia e senso
dell’umorismo. Però
Sergio Staino è molto di più di Bobo: tra le altre cose inventore di
giornali satirici, regista cinematografico, autore televisivo,
romanziere, scrittore per il teatro, regista teatrale, politico,
pittore, direttore artistico, opinionista e guru dei nostri tempi. A
ulteriore dimostrazione che le lezioni di fumetto sono anche lezioni di
vita.
Sergio Staino
nasce a Piancastagnaio, in provincia di Siena, nel 1940. Laureato in
Architettura, sfrutterà quel titolo per insegnare materie tecniche alle
scuole medie nell'area fiorentina. Anche per questo, si stabilisce sulle
colline presso Scandicci, con la moglie peruviana
Bruna e i figli Ilaria e Michele. Giunto "nel mezzo del cammin di sua
vita", tuttavia, l'architetto Staino imbocca una nuova, fortunatissima
strada, che gli servirà per descrivere, parafrasandola, la crisi
politica ed esistenziale nella quale stava smarrendo
la via diritta. Si tratta del Fumetto.
Staino
vi si avvicina abbastanza timidamente, ignorando di divenire a tempo di
record una delle firme satiriche italiane
più importanti e popolari. A fumetti, descriverà un po' se stesso e un
po' i turbamenti della sua generazione sessantottina attraverso il
personaggio di Bobo, che nasce col ritmo della striscia, lo stesso di
Charlie Brown e di Beetle Bailey. Le prime tavole
scritte e disegnate da Staino, con una presentazione del carismatico
Oreste del Buono, appaiono su Linus, nel 1979. Trail 1980 e il 1981,
Staino collabora alla pagina culturale del quotidiano
romano Il Messaggero e, nel 1982, imposta il suo proficuo rapporto con
L'Unità, superato l'iniziale scetticismo sulle possibilità di ironizzare
dal podio di un'organo di partito.
Nel
1986, il papà di Bobo fonda e dirige il settimanale satirico Tango,
sulle cui pagine sfileranno le migliori firme della
satira italiana, molte delle quali provenienti da Il Male, giornale che
aveva rilanciato la satira in Italia nel decennio precedente. Scrivono
per Staino, tra gli altri, Lorenzo Beccati, Gino e Michele, Francesco
Guccini, Renato Nicolini,
David Riondino , Sergio Saviane, Michele Serra. Disegnano per lui
Altan, Angese, Massimo Cavezzali, Dalmaviva, Ellekappa, Giuliano,
Daniele Panebarco, Roberto Perini, Vincino, perfino Andrea
Pazienza che, prima di morire, nel l 1988, lascerà in redazione le sue
ultime vignette che ritraggono Achille Occhetto. (Vedi
Tango e il PCI di Stefania Franchi, Rubbettino Editore)
In
quegli stessi anni, lo chiama anche
la TV. Dopo aver trasportato Bobo in alcuni sketch dello show Drive In
(impersonato da Paolo Pietrangeli), nel 1987, Staino dirige
la rubrica Teletango , inserita nel contenitore della domenica Va'
pensiero, su Raitre. Per la stessa rete, nel 1990, realizza il
film-video Io e Margherita e cura la parte satirica
negli "special elettorali" del TG. Quindi, nel 1993 firma il "varietà"
Cielito lindo, una sorta di "Zelig ante litteram" condotto da Claudio
Bisio e Athina Cenci, dove debuttano televisivamente Aldo Giovanni e
Giacomo, Luciana Littizzetto e Bebo Storti. Nell'inverno
1995-96, Staino collabora al TG3 con una vignetta satirica quotidiana.
Per
il grande schermo, nel 1988 sceneggia e dirige il film Cavalli si
nasce, con Paolo Hendel,
David Riondino , Vincent Gardenia e la partecipazione straordinaria di
Roberto Murolo. Del 1992 è Non chiamarmi Omar, tratto da un racconto di
Altan e con uno straordinario cast d'interpreti,
da Gastone Moschin a Barbara D'Urso, da Stefania Sandrelli a Ornella
Muti.
Numerosi i suoi impegni teatrali, da direttore artistico del Teatro Puccini di Firenze alla presidenza dell'Istituzione
Servizi Culturali di Scandicci, fino alla direzione artistica dell'Estate Fiorentina.
Tra
gli altri suoi lavori recenti, le illustrazioni (con
Isabella Staino ) del racconto di Adriano Sofri Gli angeli del cortile
(2003), scritto in origine per essere letto in carcere la notte di
Natale, e la versione attualizzata del burattino
collodiano Pinocchio Novecento: 25 quadri con gli episodi salienti del
romanzo, interpretati da alcuni protagonisti della storia del Novecento.
Tra
i riconoscimenti ottenuti, si ricordano almeno, nel 1984, il Premio
Satira Politica Forte dei Marmi e lo Yellow Kid
come "miglior autore" al Salone Internazionale dei Comics, il Premio
Tenco/Canzone e fumetto nel 1986 e il Premio Persea 2002, consegnatogli a
Firenze nella convention Comicstrip.
E
il fumetto? Dove lo metto? In Francia c'è un corso di storia ed
Estetica del Fumetto nella più prestigiosa università
di Parigi: la Sorbonne. Infatti i francesi lo definiscono
la Nona Arte. E noi ci facciamo un corso all'Auditorium! Un ciclo di
otto lezioni con le star più brillanti da Gipi a
Sergio Staino , da Leo Ortolani a Milo Manara, che
sara nno costrette a raccontare e svelare tutti i segreti della loro
arte e della loro professione incalzati da
Luca Raffaelli , il mitico critico di fumetti di Repubblica e sfiniti
da Francesco Coniglio, l'epico editore talent scout. Otto incontri
importanti, divertenti, unici, apocalittici e integrati.
Nessun commento:
Posta un commento