lunedì 15 giugno 2009

I segreti di Ernest,


Lo scorso fine settimana il Centro Sociale Bruno di Trento e il Tpo di Bologna hanno dato vita al festival fumettistico e musicale IndieTrotutta al quale hanno partecipato, animando la tavola rotonda Nuvole indipendenti: i fumetti oltre l'autoproduzione, Andrea Bruno di Canicola, Armin Barducci della defunta Monipodio!, Lorenzo Sartori e Salvo D'Agostino dei Cani, Claudio Calia, Sara Pavan di Ernest, e Luca Vanzella di Selfcomics.
I ragazzi di Ernest, hanno inoltre organizzato una gara di torte al Tpo e un workshop sull'autoproduzione condotto da Sara Pavan presso il Centro Sociale Bruno.
La partecipazione al workshop è stata innanzitutto un'occasione per capire come si realizzano in casa oggetti come fumetti, libri e spille. Ho usato il verbo "capire" al posto di "imparare" perché sono sicuro che la mia incapacità cronica di fare qualunque cosa mi impedirà di mettere a frutto i suggerimenti della Pavan. Mi vengono i brividi al solo pensiero dei disastri che potrei combinare con una fotocopiatrice e un tubetto di colla, quindi, invece di tormentarvi ripetendo a pappagallo i suggerimenti di Sara Pavan che probabilmente ho mal digerito, vi parlo di qualcosa di più interessante: come Ernest, realizza in casa i suoi fumetti (e non solo).



Nel corso del workshop Sara Pavan si è rifatta inevitabilmente all'esperienza maturata assieme ai ragazzi di Ernest,. Ha spiegato che i loro libri sono fatti completamente in casa: le copertine sono ricavate dal cartoncino rigido monocolore che le copisterie di Bologna usano per la quarta di copertina delle tesine universitarie; le pagine interne sono fotocopiate; il tutto è cambrettato con una spillatrice manuale e per completare l'opera in copertina viene incollata una striscia di plastica con il titolo del libro. Poi ha aggiunto che pubblicare fumetti in questo modo ha influito sullo stile degli autori: sia Francesco Cattani, autore di Barcazza, premiato come Migliore storia breve a Napoli Comicon 2008, che la Pavan hanno adottato un tratto molto pulito e privo di neri che ha il vantaggio di essere riprodotto in maniera nitida dalla fotocopiatrice.
Queste spiegazioni sono state un piccolo shock perché i libri di Ernest, - di cui conosco l'antologia Ernest 1 e Barcazza - sono curati talmente bene che avevo dato per scontato che fossero usciti da una tipografia.
Poi Sara Pavan ha aggiunto cose ancora più interessanti. Alcuni mesi fa avevo letto con curiosità che gli Ernest, avrebbero curato i buffet delle inaugurazioni delle mostre di Thomas Ott e Angel de la Calle a Bilbolbul, e con altrettanta curiosità ho appreso la notizia della gara delle torte al Tpo. Essendo Ernest, un gruppo di fumettisti, avevo dato per scontato che il loro trait d'union si limitasse alle nuvole disegnate e mi era sembrato strano che si dedicassero ad attività completamente estranee al settore dei fumetti.
Ascoltando i racconti di Sara Pavan sull'ingresso nel campo del catering o le spiegazioni su come fare le spille con i bottoni e i sottobicchieri di carta la stranezza si è dissolta. Ho avuto l'impressione che per "autoproduzione" intendesse un'attività creativa a trecentosessanta gradi basata sul trasformare i pochi mezzi a disposizione da limite a punto di forza. Se autoprodurre un fumetto non è solo scrivere la sceneggiatura e disegnare le tavole, ma realizzare un prodotto finito e pronto per essere messo in vendita, allora siamo di fronte a un "fare" che va ben al di là dell'attività tipicamente fumettistica e porta a sconfinare con naturalezza verso aree che non hanno nulla a che vedere con i fumetti.
L'ultima cosa che mi ha trasmesso Sara Pavan durante l'incontro è il suo appartenere a una realtà vivace, vitale e propositiva. Non so qual è il suo ruolo all'interno di Ernest, e come funzionano le dinamiche fra i membri del gruppo, ma ha dato l'impressione, con la sua fantasia e creatività, di essere un punto di riferimento fondamentale.


4 commenti:

  1. lo è.
    un punto di riferimento fondamentale.
    oltre che uno dei tre fondatori.
    Sara.
    ciao, Rebecca

    RispondiElimina
  2. Tutti gli albi ("Barcazza" compreso) sono fotocopiati. "ERNEST 1", "NY" e "Fulvia Spizzo" sono fatti in tipografia con lo stesso stile dei nostri albi regolari, ma essendo stati tirati in 500 o 1000 copie la tipografia risultava più conveniente della copisteria. Per tirature standard (20, 50 o 100 copie alla volta) invece conviene sempre la cara vecchia fotocopiatrice. E' stato un onore incontrarti di persona, un abbraccio

    RispondiElimina
  3. "E' stato un onore incontrarti di persona, un abbraccio"

    Mi fai arrossire :-)

    RispondiElimina