venerdì 15 febbraio 2008
I manga battono i comics?
Negli ultimi due giorni ha spopolato in internet un articolo secondo cui "Godzilla ha sopraffatto Capitan America. Secondo gli ultimi dati sulle vendite di fumetti negli Usa, infatti, i manga del Sol Levante hanno superato i comics a stelle e strisce".
Alcuni brevi commenti:
1. Ho cercato l'articolo originale su cui è basato quello italiano: http://www.wired.com/
Il sorpasso dei manga è una licenza poetica italiana. Wired non ne parla.
2. All'inizio pensavo che non valesse la pena parlarne (a dire il vero lo penso ancora...), ma visto che viene linkata a destra e a manca significa che c'è interesse. E' una buona scusa per rispolverare qualche vecchio articolo:
Quanto vendono i fumetti in USA? (prima parte)
Quanto vendono i fumetti in USA? (seconda parte)
Quanto vendono i fumetti in USA? (terza parte)
Il pistolero di Stephen King (ab)batte Naruto
Spiegato il sorpasso della DC
Classifica di settembre 2007
Classifica di ottobre 2007
Classifica di novembre 2007
Classifica di dicembre 2007
Le analisi di settembre
3. Secondo me mettendo la discussione sul piano del "manga vs. comics" si manca il bersaglio. La crescita dei fumetti negli Stati Uniti non riguarda solo i manga ma il settore delle librerie di varia nel suo complesso.
Il fatto che una fetta grossa di questo settore sia in mano ai manga può avere diverse spiegazioni: il sostegno dato ai manga dai cartoni animati (che sono un'ottima pubblicità...), il fatto che si rivolgano a lettori in precedenza presi in scarsa considerazione dagli editori occidentali (i Giapponesi sono avanti anni luce con i loro fumetti pensati per le ragazze), lo stile grafico moderno e accattivante e infine il modo in cui i fumetti/volumetti sono ideati e confezionati (volumi di 200 pagine delle dimensioni dei libri, in cui la storia ha un inizio, uno svolgimento e una fine).
Gli editori americani sono stati molto reattivi ed hanno lavorato su questi quattro aspetti, oltre a produrre manga scritti e disegnati da autori americani.
Due esempi:
- spesso i comic book (serie mensili di 22 pagine) sono suddivisi in cicli autoconclusivi di 6 numeri, in modo da poter pubblicare in seconda battuta volumi di 144 pagine;
- la linea Minx della DC (volumi autoconclusivi per ragazze).
A mio modo di vedere i manga non hanno schiacciato i fumetti americani ma sono invece serviti da stimolo. Hanno aperto nuove strade e spinto gli editori verso il settore delle librerie e verso nuove fasce di pubblico.
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RispondiEliminaUn commento forse ingenuo il mio, ma mi mette tristezza leggere queste cose vedendo invece come il mercato italiano sia stato "bruciato" dall'importazione di titoli orientali presi (è un mio pensiero) senza molta disciplina o gusto, solo per poter incassare di più.
RispondiEliminaDa ignorante sono curioso di sapere quali siano i dati di vendita dei manga in italia e il tasso di crescita negli ultimi 10 anni, e dall'altra l'inesorabile caduta del fumetto nostrano!
Al nostro mercato non portano nulla, non li abbiamo assorbiti (e non c'è stato nemmeno un tentativo a mio avviso), non ne abbiamo preso ispirazione per aprire nuove direzioni per il nostro mercato come hanno fatto o stanno cercando di fare in Francia o USA, voenti o nolenti stanno creando una generazione che ricorda (per assurdo) alcuni lettori di Tex, che leggono Tex e basta.
Comunque si generalizza, purtroppo e lo sappiamo tutti è un problema di cultura generale, bisognerebbe cominciare dai bambini, nelle scuole elementari, medie e superiori, dare più spazio, appoggio (economico e non solo morale) al fumetto per ragazzi (fatto da italiani prego) possibilmente senza stupide, inutili e bigotte censure.
Non si pretende un Titeuf, ma accidenti non possiamo tenerli nella bambagia fino a 13 anni e poi bruciargli il cervello con videogiochi, cellulari, trasmissioni televisive dai valori discutibili e fumetti perbenisti in cui non si parla di sesso e nessuno muore. Non è nascondedo le cose che i bambini imparano a conoscerle, capirle ed eventualmente evitarle.
Sì so di aver divagato, mi sono lasciato prendere e sicuramente avrò scritto qualche castroneria, ma se si potesse andare su questa linea forse in futuro ci saranno giornalisti che preferiranno scrivere qualcosa di sensato anzichè buttare dei titoli o articoli solo per avere qualcosa da dire.
saluts
Steve