Valzer con Bashir è un fumetto scritto da Ari Folman, regista dell'omonimo film da cui è tratta la graphic novel, e disegnato da David Polonsky. Nel 1982 Folman ha combattuto nelle fila dell'esercito israeliano vivendo in prima persona l'invasione del Libano e il massacro di migliaia di Palestinesi nei campi profughi di Sabra e Shatila situati a Beirut Ovest.
Nel fumetto Folman ripercorre i fatti che gli sono accaduti in quei mesi concitati, ricostruendo passo dopo passo un capitolo della sua vita che per molto tempo aveva rimosso dalla memoria.
Riassunto dell'eccidio di Sabra e Shatila nel fumetto.
Nel fumetto il racconto del massacro inizia a pagina 96. Dror Harazi, intervistato da Ari Folman, racconta che prese posizione su una collina che guardava sul versante occidentale dei campi. Da lì iniziò uno scambio di artiglieria con i terroristi palestinesi che aveva lo scopo di coprire l'ingresso a Sabra e Shatila dei falangisti cristiani, incaricati di ripulire i campi dai terroristi. I falangisti catturavano i civili e li conducevano fuori dai campi. I soldati israeliani si accorsero che venivano ammazzati dei civili solo molte ore dopo l'inizio dell'assedio, quando videro con il binocolo delle esecuzioni. Harazi chiamò il comando e riferì quello che aveva visto; la risposta fu "Lo sappiamo, è tutto sotto controllo, abbiamo riferito."
A pagina 106 inizia la testimonianza di Ron Ben-Yishai. Il giornalista raggiunse Beirut il giorno in cui iniziò la strage ma non prese parte all'assedio dei campi profughi. A distanza di poche ore dall'ingresso dei falangisti nei campi, un colonnello israeliano gli riportò voci di un massacro terrificante: "Hanno trucidato i Palestinesi. Li hanno portati fuori coi camion, dicono, gli hanno intagliato crocefissi sul torace con le baionette." Quella sera Ben-Yishai telefonò a Ariel Sharon e gli riferì tutte le testimonianze che aveva raccolto. La risposta di Sharon fu "Va bene, grazie di avermelo segnalato". Due giorni dopo Ben-Yishai si recò di sua iniziativa verso Sabra e Shatila e vide i falangisti che conducevano dei civili fuori dai campi. In quel mentre arrivò in jeep il generale Amos che "Si portò alla testa della fila e, a gesti irosi, mise termine al tutto." Ordinò ai falangisti di cessare il fuoco e gli intimò di tornare a casa.
Nel fumetto Folman scrive che "quello fu l'atto che pose fine al massacro. I falangisti scomparvero in fondo alla via, mentre le donne e i bambini palestinesi tornarono nel campo."
Va precisato che questa ricostruzione non è presentata come il frutto di un paio di chiacchierate estemporanee ma ha l'ambizione di essere precisa e rigorosa. A pagina 95 gli avvenimenti che ho riassunto sopra sono introdotti con le seguenti frasi dette a Folman dallo psicologo che lo ha in cura: "L'unico modo per uscirne è capire cos'è successo davvero a Sabra e Chatila. Parla con la gente, scopri com'è andata, chi si trovava dove. Nei particolari."
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