Il Glifo ha trovato una bella citazione sul tema del plagio, molto in voga in questi giorni:
"Che cos' è truffa, nell' accezione tamburinesca? E' facile e difficile dirlo, ma in sostanza consiste in ciò: copiare non in modo asinino ma dai primi della classe, cioè sfanculando l' odiosa carta carbone, e trasformare in vincente e memorabile mio lo stupido altrui. Per riuscire vittoriosi da un impresa facile solo per brocchi ci vogliono naso e curiosità, e se Stefano non avesse avuto l' attenzione che ebbe verso il meglio che le culture devianti avevano prodotto nei decenni precedenti, sarebbe stato solo uno sporco copione, quello che in classe sbircia sopra la spala del compagno di banco. Cioè un truffatore, senza virgolette.
Se non hai mai studiato, se hai vissuto distratto i tuoi giorni e i tuoi anni, se non conosci Mimmo Rotella, Moholy Nagy, i vecchi fumetti, l' ifix tcen tcen di Gabriel Pontello, se non sai come sono una dub version o gli studelinquenti, come osi dire qualcosa? A che titolo parli, e a chi?
I migliori falsari hanno fatto pochissima galera, perché hanno fatto moltissima gavetta: al Louvre quelli di una volta; per strada, nei bar, sugli autobus notturni Steve Tamburo."
Filippo Scòzzari su Stefano Tamburini
Tratto da Prima Pagare, Poi Ricordare
Coniglio Editore
domenica 26 luglio 2009
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