giovedì 21 gennaio 2016
Il Grand Prix di Angoulême si è sputtanato del tutto: la finalista è Claire Wendling
Dopo le polemiche di due settimane fa (vedi questo articolo) gli organizzatori del Festival di Angoulême hanno reso noti i nomi dei tre finalisti del Grand Prix de la Ville. Gli autori che si contenderanno il premio alla carriera sono Alan Moore, Hermann e Claire Wendling.
Se Alan Moore e Hermann non hanno bisogno di presentazioni, Claire Wendling invece ne necessita. Sì, perché la disegnatrice francese non è certo la prima persona a cui pensare quando ci si domanda chi potrebbe meritare un premio alla carriera. Cercate con Google e vediamo se riuscite a trovare qualcosa di significativo oltre a Le luci dell'Amalou (che già di per sé non si è ancora guadagnato la fama di classico)...
Per quale motivo un'autrice che è solo un'onesta professionista come tanti altri è stata preferita ad autori del calibro di Neil Gaiman, Kazuo Koike, Grant Morrison, Frank Miller, Go Nagai e Garry B. Trudeau (ma anche a P. Craig Russell, Alan Davis, Corrado Roi, Kelley Jones, Sam Kieth: se ne possono trovare migliaia che una carriera l'hanno avuta e che meritano il premio come e più della Wendling senza bisogno di scomodare i calibri da novanta)?
Chiaramente l'unico merito di Claire Wendling è di non avere l'uccello.
Due settimane fa le femministe hanno protestato perché nella selezione iniziale dei candidati al Grand Prix non c'erano donne, e grazie alla loro caciara hanno ottenuto la quota rosa.
La conseguenza della condotta scriteriata delle femministe è che gli autori di sesso maschile sono stati trattati in maniera sessista e discriminatoria. Autori meritevoli del premio sono stati messi da parte per fare spazio a un'autrice non meritevole che li ha sopravanzati per il solo fatto di essere una donna.
Qualcuno potrebbe chiedersi se la Wendling rimedierà al torto ritirando la propria candidatura come avevano fatto i colleghi maschi due settimane fa. E' difficile che succeda, visto che la Wendling ha liquidato le prime critiche scrivendo sul suo profilo di Facebook "Ci sono delle persone che iniziano a dire gnagnagna".
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Dopo le polemiche di due settimane fa gli organizzatori hanno chiesto agli autori di scegliere i tre candidati con una specie di voto popolare. Potevano votare gli autori pubblicati in Francia e accreditati dalle case editrici. Secondo me le femministe si sono messe d'accordo per votare tutte la stessa donna. Invece le persone normali hanno votato chi gli pareva distribuendo i voti qua e là a tanti autori. E' l'unica spiegazione che mi do al fatto che un'autrice conosciuta solo per Le luci dell'Amalou sia riuscita a superare una lunghissima lista di mostri sacri.
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