Il 20 giugno 2013 è stata pubblicata nella pagina della posta del quotidiano L'Adige una mia lettera sullo sciopero dei bibliotecari della biblioteca comunale di via Roma a Trento.
Ho conservato una copia del giornale perché quella lettera è una delle rare cose della mia miserabile vita di cui posso dirmi soddisfatto.
Non so se i bibliotecari hanno apprezzato la lettera. Spero almeno che il mio intervento non richiesto non li abbia infastiditi.
In alto: il giardino interno della biblioteca dopo una nevicata. Foto di Luciano Palombi dalla pagina di Facebook della biblioteca.
Dopo il Continua c'è la lettera.
Gentile direttore,
la mansione di
bibliotecari nella biblioteca comunale di via Roma a Trento è svolta
in parte dai dipendenti di una cooperativa alla quale il Comune ha
appaltato il servizio. La cooperativa che attualmente sta gestendo il
servizio (CAeB) ha perso il nuovo appalto e il 30 giugno sarà
sostituita da una nuova cooperativa. A metà maggio i lavoratori
della CAeB non avevano ancora saputo se sarebbero stati assunti dalla
nuova cooperativa o se avrebbero perso il lavoro. Non avevano
ricevuto nessuna comunicazione né dalla nuova cooperativa né dal
Comune di Trento. Per questo motivo avevano indetto uno sciopero
iniziato sabato 11 maggio e durato alcuni giorni.
Nel pomeriggio di sabato
11 maggio sono andato in città apposta per studiare, ma non ho
potuto farlo a causa della chiusura per sciopero. Anziché provare
fastidio, sono stato contento di avere trovato la biblioteca chiusa
perché sapevo che i bibliotecari protestavano per un motivo
importante, valido e condivisibile.
I bibliotecari sono stati vittime di scelte infelici del Comune, che
prima ha appaltato il servizio a una cooperativa per risparmiare sui
costi del personale (trasformando in precari dei posti di lavoro che
di fatto devono essere coperti a tempo indeterminato) e poi ha
abbandonato i lavoratori a se stessi.
Io penso che lo sciopero
dei bibliotecari andasse appoggiato perché la biblioteca è una
struttura al servizio della cultura. La cultura è scambio di idee,
quindi implica comunicazione e relazioni reciproche. Non possono
esserci relazioni reciproche, comunicazione, scambio di idee e in
definitiva cultura se una delle parti, il Comune di Trento in questo
caso, fonda il suo comportamento sulla sopraffazione e il
menefreghismo. Non è così che immagino la cultura. Se davvero la
biblioteca è al servizio della cultura, allora è proprio in quel
luogo, prima che in qualunque altro, che certe cose non dovrebbero
succedere.
Quel giorno la cultura
non andava cercata nei libri ma nel comunicato dello sciopero affisso
alla porta della biblioteca. Nonostante avessi capito immediatamente
il motivo della chiusura della biblioteca ho voluto leggerlo dalla
prima all'ultima parola. Era l'unica cosa che potevo fare, nel mio
piccolo, oltre a scrivere queste righe.
Negli ultimi anni ho
avuto il piacere di apprezzare la gentilezza e professionalità dei
bibliotecari. Spero pertanto che nel frattempo (e solo fino al
prossimo bando di concorso...) abbiano risolto il problema.
Cordiali saluti
Luigi Siviero
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