In passato il Museo del Fumetto di Lucca è stato al centro di polemiche e discussioni a causa della sua incapacità di interessare il pubblico. Nel corso degli anni la situazione si è fatta così disastrosa che il modesto risultato raggiunto in gennaio dalla nuova gestione - 564 visitatori - è stato salutato come un piccolo successo.
Come fare per invertire la tendenza e calamitare frotte di appassionati e semplici curiosi?
Si potrebbe adottare il metodo Mart (museo di arte contemporanea con sede a Rovereto in provincia di Trento), cioè regalare biglietti gratuiti a cani e porci.
"Se nel primo anno di funzionamento effettivo (il 2003) il Mart aveva 227.793 visitatori di cui 127.561 paganti e 84.680 gratuiti, nel corso del 2008 il dato si è capovolto: nel 2008 su 214.076 visitatori totali, i paganti erano 67.199 (circa uno su tre), i biglietti gratuiti 146.877." [da L'Adige]
Quando non c'è limite alla voragine che può essere aperta nelle casse della provincia di Trento, è normale che i gestori di un museo se ne freghino dei biglietti venduti e fondino il successo delle mostre sui biglietti gratuiti.
Fra qualche anno si arriverà a pagare la gente perché entri nel museo?
A ben vedere qualcosa di simile sta già succedendo. Gigi Zoppello, nell'articolo pubblicato su L'Adige, sottolinea che "se nel corso del 2008 il Mart ha avuto 214.076 visitatori e nel suo bilancio approvato i contributi provinciali sono stati 13 milioni e 200 mila euro, il risultato è che per ogni visitatore entrato al Mart nell’anno scorso, la Provincia Autonoma di Trento ha investito 61,66 euro."
Qualcuno potrebbe sostenere che i soldi spesi per la cultura sono comunque spesi bene. A parte il fatto che di solito questo discorso arriva da gente che riceve contributi pubblici per chissà quali iniziative culturali, nel caso del Mart i soldi vengono buttati via. Me ne sono accorto visitando una mostra su cinema e fumetto: cianfrusaglie e poster cinematografici trovati in cantina e tavole che si comperano su eBay a qualche centinaio di euro; il tutto ammassato alla buona senza criterio.
Per chiudere in bellezza, l'altro ieri ho scoperto che il Mart è fra i promotori di un master che "si pone l'obiettivo di fornire agli allievi teorie, metodi e strumenti manageriali innovativi, adatti alla gestione delle istituzioni, dei patrimoni e degli eventi dell'arte e della cultura."
domenica 5 luglio 2009
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