martedì 28 ottobre 2008

Perché Gipi legge pochi fumetti?

Una piccola provocazione di Roberto Recchioni nel blog Asso Merrill ha dato vita ad un interessante scambio di opinioni sul tema "Ci avete fatto caso che sui blog dei fumettisti, si parla pochissimo di fumetti letti?"

Nel blog è intervenuto Gipi che ha spiegato perché non legge quasi mai fumetti:
"Ciao Roberto, io l'accusa di snobismo me la sono presa tonnellate di volte, perchè di fumetti non ne leggo quasi mai.
In realtà non leggo quasi mai un cazzo. Rileggo i soliti libri. Tre o quattro volte. E solo quelli di scrittori morti. Sono malato di mente, mi sa :)
Quando sono al lavoro su un libro nuovo mio, in verità, me ne sto lontano pure dal cinema. La questione si chiama "vigliaccheria". Ho proprio paura di scoprire che qualcuno, mentre io lavoro al mio librino del cazzo, ha fatto un passo imprevisto, nuovo e geniale, la cui scoperta mi metterà a terra. Io sono spesso roso dall'invidia e atterrato dallo scoramento, e simile scoperta, in corso d'opera, potrebbe portarmi a bloccarmi e buttare tutto il lavoro fatto.
Allora mi isolo (creativamente parlando) e non penso ad altro che alla storia. E non la paragono con niente e mi comporto come se niente fosse stato fatto prima, o durante.
Poi se questo è essere snob ci metto pure uno "sticazzi" in travertino davanti.
Insomma, volevo solo raccontarti come funziona per me.
E visto che poi, al lavoro su un libro nuovo praticamente ci sono sempre, si capisce che non leggo mai nulla.
Anzi no, leggo i fumetti fatti dagli amici. Quelli si."

Giorgio Santucci:
"sì sì, una bella polemica con gipi:
io invece leggo solo roba di gente viva e possibilmente sotto i 50 anni che dei vecchi in politica/arte/cultura non se ne può più figuriamoci dei morti!!!"

Massimo Carnevale:
"Io guardo solo le figure.
Vale?"

1 commento:

  1. Io faccio lo scrittore (soprattutto di libri per adolescenti, con EL ed Einaudi Ragazzi) e sono un lettore onnivoro e insaziabile. Eppure non leggo quasi mai le opere per ragazzi (a meno che non siano lontanissime dalle mie corde umoristiche-realistiche). Posso aprire libri fantasy o grotteschi come quelli di Pullman o di Lewis, di Dahl o di Moers, Winnie Puh o la Pimpa. Ma nemmeno sfioro i romanzi per adolescenti affini a quelli che scrivo io. E non per snobismo o per spocchia ma per gli stessi motivi che ha così ben descritto Gipi. Se non so nulla di quanto accade nella letteratura per ragazzi ironico-relazionale, non posso involontariamente copiare e nemmeno restar paralizzato dalla scoperta che XY ha già trattato gli stessi temi o narrato la medesima storia che voglio raccontare io attraverso il mio io narrante tredicenne Michele Crismani. un salutone cordiale da luciano / Idefix
    http://lucianoidefix.typepad.com/

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