mercoledì 2 gennaio 2008

Duca Lamberti è il nonno di John Doe?


"Non mi piacciono i bari." Glielo spiegò meglio, doveva pur ringraziarla con un po' di generalità di tutte le notizie utili che gli aveva dato. "La società è un gioco, vero? Le regole del gioco sono scritte nel codice penale, in quello civile e in un altro codice, piuttosto vago e non scritto, detto codice morale. Saranno codici molto discutibili, che devono continuamente essere migliorati, ma, o si sta alle loro regole, o non ci si sta. L'unico trasgressore alle regole del gioco che io posso rispettare è il bandito col trombone che si nasconde per le montagne: lui non sta alle regole del gioco, lui, anzi, dice chiaramente che non vuol giocare alla bella società e che le regole se le fa lui come vuole, col fucile. Ma i bari no, li odio e li disprezzo. Oggi ci sono i banditi con l'ufficio legale a latere, imbrogliano, rubano, ammazzano, ma hanno già studiato la linea di difesa con il loro avvocato nel caso fossero scoperti e processati e non vengono mai puniti abbastanza. Vogliono che gli altri stiano al gioco, alle regole, ma loro non ci vogliono stare. Questo non mi va, questa gente non la sopporto, quando me la trovo intorno o ne sento solo l'odore, mi vengono i nervi."

Il passo è tratto dal romanzo Venere privata (1966) di Giorgio Scerbanenco. Il monolgo di Duca Lamberti, medico radiato dall'ordine che si improvvisa investigatore, non assomiglia alle motivazioni che hanno spinto John Doe a rubare la Falce dell'Olocausto all'inizio della serie scritta da Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni?

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