martedì 14 settembre 2010

Supereroi filosofi e critici reticenti


Proprio ieri Tito Faraci, Roberto Recchioni e altri autori di fumetti si lamentavano perché giornalisti e critici specializzati in fumetti trattano autori e opere con pressapochismo e scarsa stima.
Tito Faraci:
"(...) Domande di quel tipo - verrebbe da dire su questioni "importanti", mentre invece sono semplicemente questioni che escono dall'orticello in cui si lavora ingobbiti - sono abitualmente poste in interviste a musicisti, registi, attori e, certo, autori di narrativa. Autori anche di gialli e horror, per dire. Ma nelle interviste ai fumettisti non ci sono quasi mai domande del genere.
Da ciò la mia sorpresa e, perfino, un sentirmi lusingato che dopo mi ha fatto un poco rabbia. Rabbia verso me stesso.
Ma, ripeto, perché? Perché è così strano, quasi impossibile, che a un fumettista sia chiesto qualcosa sul mondo fuori dai suoi fumetti? O, meglio, sul mondo attraverso i suoi fumetti. Viviamo forse sulla luna? Forse non abbiamo nulla da dire? Forse siamo soltanto fumettisti? È tutto qui?
"

Roberto Recchioni:
"Le opere creative sono figlie della visione del mondo di chi le crea, filtrate attraverso la sua sensibilità, la sua lente.
E questo vale per lo sceneggiatore di Tex quanto per lo sceneggiatore di un romanzo grafico intimista.
Sapere come l'autore vede il mondo è sapere perché scrive quello che scrive e perché lo fa in quella maniera.
E ai musicisti, agli artisti, agli scrittori, sembra normale domandarlo.
Ai fumettisti no.
Perché son solo giornaletti.
E il brutto è che così sembrano pensarla che in molti che i fumetti li scrivono e in molti che di fumetti ne scrivono.
"





Io la penso come Roberto Recchioni.

E' il paragone con il "Mondo là fuori" - fatto da Faraci e avallato da Recchioni - che non sta in piedi. A smentirli arriva un articolo del Corriere della Sera che inizia così:
"Batman come Socrate, gli X-Men come i sofisti."
Invece di "Grant Morrison come Socrate", come sarebbe normale.
Cioè, per il giornalista le domande giuste di cui parlano Faraci e Recchioni andrebbero fatte a Batman invece che a Grant Morrison...
Il professore di filosofia al quale è dedicato l'articolo riesce a fare di peggio: "Ma non stiamo mica mettendo Superman sullo stesso piano di Omero e Dante. (...) L'obiettivo è semplicemente quello di interessare la gente alla filosofia, parlando loro subito in termini familiari".

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