Il mondo secondo la fisica
Jim Al-Khalili
Bollati
Boringhieri, 2020
Il mondo secondo la fisica di Jim
Al-Khalili, nato in Iraq ma trapiantato in Gran Bretagna dove insegna
fisica teorica nell'Università del Surrey, fa parte di quel filone
di libri divulgativi che si propongono di presentare ai lettori non
specialisti i rudimenti della fisica dell'ultimo secolo e mezzo
adottando un approccio qualitativo (senza formule, dunque, ma
spiegando le teorie della fisica in modo discorsivo).
Nel corso
del libro, abbastanza snello, Al-Khalili propone ai lettori tre
grandi aree della fisica nelle quali sono stati fatti grandi passi in
avanti dall'Ottocento a oggi: la meccanica relarivistica, la
meccanica quantistica e la termodinamica.
Presentate queste tre
colonne, l'autore dedica un capitolo all'unificazione, vale a dire il
tentativo di formulare una teoria che esplichi le forze della natura
in un quadro coerente. Vengono esposte sia le unificazioni parziali
che si sono susseguite fino alla creazione del modello standard
(perfettibile, ma provato sperimentalmente) sia le teorie di grande
unificazione che vanno per la maggiore pur non essendo state
verificate in sede sperimentale (la teoria delle stringhe e la
gravità quantistica a loop).
Un altro capitolo è dedicato al
futuro della fisica, con paragrafi su materia oscura, energia oscura,
inflazione e informazione, e un altro capitolo ancora riguarda
l'utilità della fisica.
Un aspetto del libro che non mi è
piaciuto è stato l'attacco all'esperimento del CERN con l'LHC. Lo
scopo del Large Hadron Collider era individuare il bosone di Higgs, e
il bosone è stato trovato, per mezzo di un acceleratore di
particelle delicatissimo ed estremamente potente alla cui costruzione
ha lavorato un esercito di fisici e ingegneri. Al-Khalili tace sulla
grandezza dell'opera (e già questo in un libro divulgativo è una
brutta cosa: non è detto che tutti i lettori siano consapevoli di
quale impresa è stata costruire l'LHC) e sminuisce l'individuazione
del bosone di Higgs sostenendo che è stato trovato quello e
nient'altro. Ma se era proprio per trovare il bosone di Higgs che era
stato costruito l'LHC?!? Quello che brucia da Al-Khalili - lo si
intuisce fra le righe - è che non è stata trovata nessuna evidenza
sperimentale che dia sostegno alla teoria delle stringhe. Se questo
non è successo, forse la colpa andrebbe data alla teoria delle
stringhe anziché all'LHC. Può darsi che certe evidenze sperimentali
non possono essere individuate semplicemente perché non
esistono...
A parte questa considerazione particolare, sulla
quale mi andava di soffermarmi perché mi aveva un po' infastidito,
l'impressione che mi ha dato il libro è di essere un po'
disordinato. C'è un punto cruciale che mi ha fatto pensare al
disordine. Dopo avere esposto le tre aree della fisica di cui ho
parlato sopra, l'autore ha fatto una bella sintesi di tutte e tre le
aree evidenziando come in ognuna di esse ci sia un diverso concetto
di tempo. Essendo un discorso nel quale venivano sintetizzate le idee
esposte nei quattro capitoli precedenti, e proseguendo il libro con
un capitolo intitolato "Unificazione" che prendeva le mosse
da quanto esposto prima, la sintesi sul tempo poteva essere inserita
tranquillamente nel capitolo sull'unificazione. Invece Al-Khalili ha
piazzato il discorso sul tempo in un paragrafo alla fine del capitolo
sulla termodinamica. E' l'esempio più macroscopico, ma non l'unico,
che mi fa pensare che il libro sia stato scritto di getto senza
lasciargli il tempo di decantare.
Nessun commento:
Posta un commento