mercoledì 8 dicembre 2010

Una mostra sull'Antico Egitto interessa a più persone di tutti i volumi a fumetti pubblicati in Italia nel 2009


Ieri il quotidiano Trentino ha pubblicato le statistiche del 2009 su settori come scuola, criminalità, lavoro, turismo e cultura nel comune di Trento. I dati sulle visite ai musei:
"Eccezionale la performance dei musei, con 327.756 visitatori contro i 232.289 del 2008: un aumento del 41,1%. E' il Buonconsiglio a trascinare l'intero settore, quasi raddoppiando le presenze: da 109 a 198 mila. Seguono Museo Diocesano con 41 mila e Museo Tridentino con 38 mila. Entrano in classifica le gallerie di Piedicastello, visitate da 4.681 persone." [dal sito del quotidiano Trentino]

Nel 2009 il Castello del Buonconsiglio ha ospitato la mostra Egitto mai visto:
"In anteprima mondiale, a oltre cento anni dalle scoperte, saranno presentate due sorprendenti collezioni egizie mai esposte al pubblico.
La prestigiosa cornice del Castello del Buonconsiglio di Trento ospiterà le straordinarie scoperte effettuate fra il 1905 e il 1910 ad Assiut e Gebelein da Ernesto Schiaparelli, già direttore del Museo Egizio di Torino, e la preziosa raccolta donata al Museo trentino da un misterioso ufficiale dell'Impero austro-ungarico.
L'esposizione permetterà di ammirare oltre 800 affascinanti ritrovamenti mai visti che, insieme a suggestive ricostruzioni scenografiche, sveleranno segreti della vita quotidiana e dell'Aldilà nell'Antico Egitto.
Sulle orme degli esploratori che fra l'Ottocento e gli inizi del Novecento portarono alla luce queste testimonianze di civiltà sepolte, rapiti dal loro fascino mistrioso, i visitatori potranno rivivere l'emozione delle scoperte." [dal sito del Castello del Buonconsiglio]

Fotografie della mostra Egitto mai visto.

Cosa c'entra tutto questo con i fumetti?
La mostra sull'Antico Egitto mi serviva per fare un paragone, visto che quello con i teatri delle parrocchie non è stato capito.

In italia ci sono ottimi autori che realizzano volumi a fumetti? Sì, i vari Gipi, Corona, Igort, Andrea Bruno, Bacilieri, Reviati, Ausonia, Ponticelli, Palumbo, Ripoli, Tuono Pettinato, Genovese, Squaz, Fior, Petrucci, Colaone, Lise e Talami, Maicol e Mirco, Makkox e altri.
Dubito che la maggior parte dei libri a fumetti di questi autori venda più di 10.000 copie. Forse l'unico che supera le 10.000 copie è Gipi.
Nel 2009 le persone residenti a Trento erano 115.511. Questa città e la sua mostra sull'Antico Egitto, che è stata visitata da quasi duecentomila persone, erano solo una gocciolina, considerando che le città italiane con più di centomila abitanti sono 45 e Trento non è una città d'arte. Eppure nel 2009 i visitatori di quella singola mostra sono stati di più degli acquirenti di volumi a fumetti degli autori italiani.

C'è qualche motivo oltre a "Il mercato è in crisi" e "Ci sono poche persone che leggono"?

Faccio un riassunto di tutti i possibili problemi:

1. Le case editrici stampano poche copie e non promuovono i libri.
2. Le case editrici non pagano agli autori le royalties sui fumetti venduti in fiera.
3. I distributori per fumetterie non funzionano.
4. I giornalisti non capiscono una sega di fumetti e quando muore Jon D'Agostino scrivono che è stato il più grande autore di tutti i tempi.
5. Sembra che a molti autori non freghi niente di andare un po' incontro al pubblico. Alcuni di loro farebbero bene a trovarsi un bravo sceneggiatore.
6. I giornalisti che non capiscono una sega danno uno spazio spropositato a fumetti mediocri. Quanti sono i fumetti imprescindibili pubblicati da BeccoGiallo? Mi vengono in mente solo Quasi quasi mi sbattezzo, E' primavera e Il caso Tenco. Altri sono disegnati bene (per esempio Brancaccio, Ilaria Alpi, Chernobyl) ma tanti non si possono proprio sfogliare.
7. Diversi editori non puntano un centesimo di euro sugli autori italiani. E quando ci provano, gli unici fumetti degni di nota sono quelli degli autori sconosciuti (Ford Ravenstock e Il cimitero dei calamari).
8. La concorrenza dei fumetti stranieri è spietata. All'estero non c'è la forte scollatura italiana fra fumetti usa e getta venduti in edicola e volumi a fumetti. Un fumetto seriale straniero può essere pubblicato in forma lussuosa e fare la sua porca figura.

Il numero 1 - sorpresa! - non è vero e il 3 - altra sorpresa! - è ininfluente.
Ormai molte case editrici di fumetti sono distribuite anche in libreria, dove c'è uno spazio fisso dedicato a editori come Kappa Edizioni, BeccoGiallo e Coconino. Inoltre la produzione di fumetti da parte di Rizzoli, Mondadori e altri editori di varia si sta stabilizzando.
Anche consultando questa classifica e quest'altra classifica di Amazon.it si capisce che la distribuzione non c'entra con le vendite basse. Gli acquirenti del sito, che hanno avuto la possibilità di aggirare i problemi distributivi, comperano tantissimi fumetti stranieri (Scott Pilgrim, Stephen King, Twilight, The Walking Dead, Bilal, supereroi vari), manga (Pollon, 20th Century Boys) e classici italiani (Tex e Diabolik nell'edizione Mondadori). Tutte cose che troverebbero senza problemi in libreria e fumetteria.

Direi che i veri problemi sono:
- Il disinteresse di diversi autori a farsi leggere. Sembra che alcuni provino schifo ad essere capiti e avere un pubblico.
- Le cappelle dei quotidiani che ignorano gli autori di punta e indirizzano molti lettori su volumi a fumetti disastrosi.
- La concorrenza spietata dei fumetti stranieri. Non è che gli autori italiani che possono pretendere di giocarsela alla pari siano questo grande esercito.
- Disinteresse di molti editori italiani.

Alla fine molti autori contemporanei dal talento cristallino hanno o hanno avuto le loro possibilità di sfondare. Se non ce la fanno loro cosa si può pretendere?

8 commenti:

  1. In generale mi avrebbe fatto pensare se una mostra come questa,credo ampiamente sponsorizzata e reclamizzata su un vasto pubblico formato probabilmente anche da stranieri, non avesse avuto tali numeri.

    Detto questo un'ipotesi: e se fosse semplicemente che oltre 50 anni di affermazioni ripetute del concetto: i fumetti sono cose per bambini aabbiano fatto breccia nelle teste delle persone ?? Aperto in loro una voragine ideale per cui

    A) Si leggono pochissimi fumetti in assoluto nel nostro paese.

    B)Socialmente il fumetto si può leggere "Solo e soltanto" fino ad una certa età, diciamo fino a quando non si superano i 25 anni ?? poi diventa qualcosa da non leggere...In assoluto, salvo il caso raro in cui un fumetto diventi status simbol come accaduto per Dylan Dog.

    C) Quei pochi che continuano a leggere fumetti superando i preconceti legge soprattuto opere straniere, BD, considerata superiore a prescindere ma anche con giusta ragione, manga o "fumetti vecchi", poco considerando le nuove generazioni.



    Ovviamente le critiche ai fumettisti non sono campate per aria, sono corrette, e i punti indicati meritano un approfondimento maggiore, è giustissimo quanto si dice sul fatto che i giornali non hanno al loro interno una sufficiente cultura fumettistica - neppure i migliori giornalisti sembrano averla...visto una terrificante intervista a Luca Raffaeli di Corrado Augias ...Corrado Augias io veramente non lo compresi, sembrava quasi non sapere che le sorelle Giussani fossero le autrici di Diabolik, questo era assurdo... -

    Su quello sull'organizzazione delle fumetterie e dei distributori avrei dubbi...forse nel nord d'italia e nel centro..nel Sud d'italia l'organizzazione delle fumetterie ha ampia necessità di crescita di numeri e di qualità..ma ovviamente aprire una fumetteria comporta impegni di denaro di cui è facile parlare ma che è difficile attuare..Tralascio il mio caro distributore...

    RispondiElimina
  2. mi piacerebbe avere l'occasione di parlarti di persona, senza il rischio che i toni di un commento web possa essere frainteso.

    i tuoi paragoni non sono capiti perché sono sbagliati.
    se utilizzi come esempio una mostra, devi prendere altre mostre come riferimento. anche il fumetto ha le sue super mostre. magari non come l'antico egitto. ma quando ce n'è una su pazienza, per esempio... arrivano decine di migliaia di persone. e possiamo anche constatare che pazienza è pure più recente dell'antico egitto...

    invece, condivido diverse cose che scrivi. cose che riassumerei replicandoti che è il fumetto in generale che ha difficoltà a comunicare, a farsi capire e a capirsi al suo interno.

    per esempio il tema delle storie, di cosa si racconta, del senso di cosa si racconta. guarda che non è solo un problema di competenza autoriale. perché l'editore dovrebbe essere il primo sparring partner, il selezionatore, il produttore, il decisore della qualità che si arriva a pubblicare.

    pensa che paradosso.
    Ausonia e i Paguri scelgono di appoggiarsi ad un'associazione perché non trovano un editore vero adatto ai loro progetti e alle loro aspettative. e vendono. vendono! quindi fanno cose che funzionano.

    ma ci sono anche editori bravi a scommettere e ad investire. anni fa coconino con gipi. sembra una cosa ovvia oggi. ma gipi esisteva già da anni e anni.
    ora vedo Rizzoli-Lizard con il Garibaldi di Tuono Pettinato, che spero tanto funzioni come merita.

    l'autore velleitario non dovrebbe pubblicare con un editore serio.
    se questo capita è anche responsabilità dell'editore, che sfrutta o utilizza male il suo lavoro. e magari si accontenta del ricavo marginale delle singole uscite. facendone quindici/venti ecco che sta in piedi. ma il costo viene tenuto basso a scapito dell'autore. e l'autore magari non protesta perché si sente quasi in colpa del fatto che è stato pubblicato un suo progetto, che in fondo l'editore gli fa un favore.

    qui non si tratta di fare favori. ma di lavorare con quella professionalità che è la condizione essenziale per avere, chessò, una vertigo italiana, cioè prodotti culturali che, come giustamente ti aspetti, possano dire la loro anche a livello internazionale.

    il problema è complessivo.

    ma sono d'accordo che si deve cominciare dagli autori.
    e la discussione in corso sul contratto e sulla remunerazione, credimi, può essere una bella occasione.

    diamoci una mano.

    RispondiElimina
  3. Si ripropone sempre il grande inganno che siamo tutti sulla stessa barca, che abbbiamo tutti lo stesso obiettivo, il bene del fumetto, e che in nome di questo presunto bene ci dobbiamo dare tutti una mano (anche chi non piglia lo stipendio il 27 di ogni mese) e che in nome di questo bene non si devono criticare alcune nobili iniziative perchè sono sponsorizzate da gli stessi che perpetrano questa mistificazione che sono solo a loro uso e consumo.

    RispondiElimina
  4. La discussione sul contratto e sulla remunerazione (che considero molto interessante e abbastanza sacrosanta) è una cosa; il fatto che il fumetto in Italia sposti cifre e persone irrisorie rispetto ad altri mezzi di comunicazione è un'altra.
    Sono correlate solo dal fatto che la prima è diretta conseguenza della seconda.
    Quello che potrebbe essere importante è una presa di coscienza sullo stato del fumetto e della sua percezione nel nostro Paese, e un'unione di strategie per cambiare le cose.

    Un'Associazione Fumettisti, come propone Giorgio Messina (che quando non si fa fuorviare dalla sempiterna vena polemica è una persona veramente in gamba) in questo senso mi sembra un'idea molto buona.

    Bisogna far girare i soldi nel mondo del fumetto, per attirarne di nuovi: gli investitori vanno solo sul sicuro.
    E si può cominciare a muoverne solo organizzandosi.

    RispondiElimina
  5. Dell'Associazione Fumettisti è da mesi che ne parliamo. Non è un'idea dell'ultimo minuto di Messina.

    Riguardo al post, il punto è un'altro.
    Il punto è che se quello che Maconi dice sulla mancata assegnazione delle royalties nel venduto in fira è vero, è un comportamento GRAVISSIMO.
    Quella è FRODE.

    Come vogliamo che il fumetto in Italia possa crescere se esistono editori di questo tipo?
    Sono queste le perime peroblematiche da risolvere.
    Perché se l'autore non ha fiducia nel comportamento del suo editore, allora tutto il resto è inutile.

    Parli di scarsa qualità dei prodotti. Ti ricordo però che sono gli editor a scegliere cosa deve essere pubblicato e sono gli editori a volerlo stampare.
    Nessuno li obbliga a mandare in stampa 10 volumi all'anno, che siano capolavori oppure no. Se esce della merda FORSE è anche un po' colpa loro, no?

    RispondiElimina
  6. Mai pensato di appaltarmi l'idea di una Associazione Fumettisti, chè prima ancora di essere Vostra era di Toninelli, Boschi e altri e lo era già qualche annetto fa.

    Io vi ho solo esortato a farla partire il primo gennaio 2011 e vi ho indicato a mio parere chi sarebbe la persona più adatta a fare il presidente.

    Mettiamo ancora in dubbio la veridicità del Caso Maconi?

    Mi sembra che sia stato Maconi stesso a confermare tutto e che sinora siate stati voi, futuri associati dell'Associziazione Fumettisti che forse un giorno si farà, ad aver fatto di tutto per farmi passare come uno che si era inventato balle ed ad avere fatto silenzio quando Maconi ha conformato.

    Adesso, del caso Maconi, ne stai parlando timidamente, caro Erbetta, ma sempre rigorosamente sempre nominare mai l'editore in questione che solo io ho avuto il coraggio di nominare.

    Parlate di editor. Bene, nel catalogo dell'editore che non volete nominare ci sono dei libri che sembra che l'editor non lo abbiano mai visto nemmeno con il cannocchiale, sia come disegni, che come testi che come controllo delle fonti e delle omesse fonti.

    Perchè quando parlate di editor non indicate questo editore innominabile (per voi) come esempio?

    RispondiElimina
  7. "Parlate di editor. Bene, nel catalogo dell'editore che non volete nominare ci sono dei libri che sembra che l'editor non lo abbiano mai visto nemmeno con il cannocchiale, sia come disegni, che come testi che come controllo delle fonti e delle omesse fonti."

    Se dovessi fare nomi di tutti gli editori che propongono materiale con queste caratteristiche, Beccogiallo non sarebbe l'unico.

    RispondiElimina
  8. Vai, inizia l'elenco. Cosa ti ferma dal farlo?
    Sul caso Maconi invece glissi...

    RispondiElimina