lunedì 16 aprile 2012

Recensione di Mytico! n. 1


Mytico! è il titolo di una nuova serie settimanale allegata al Corriere della Sera. Si tratta del primo tentativo in grande stile da parte di un quotidiano di pubblicare un fumetto inedito dopo un decennio caratterizzato da una miriade di ristampe di tutti i tipi (dai Classici del Fumetto di Repubblica fino al recentissimo Avengers allegato al Corriere). E' prevista l'uscita di otto numeri nei quali si
alterneranno Stefano Ascari, Diego Cajelli, Matteo Casali e Fausto Vitaliano ai testi e Andrea Riccadonna, Maurizio Rosenzweig, Vanessa Belardi, Niccolò Assirelli e Ivan Fiorelli ai disegni.




Il primo numero di Mytico!, scritto da Stefano Ascari e disegnato da Andrea Riccadonna, è dedicato allo sbarco degli Achei in prossimità della città di Troia e ai duelli di Achille con Cicno e Ettore. Gli autori attingono all'Iliade, seppur senza sentire la necessità di rimanere aderenti ai fatti narrati nel poema omerico (nel fumetto Cicno annega mentre nel poema viene strozzato da Achille; penso che gli autori abbiano fatto questa modifica per attenuare la violenza del combattimento).
Mytico! si presenta come una rilettura in chiave supereroistica dei miti greci rivolta ai lettori giovanissimi. Fin dal formato (comic book) e dalla grafica di copertina è palese l'intenzione degli autori di ispirarsi ai fumetti di supereroi. La derivazione supereroistica è confermata dalla costruzione delle tavole, dalla lunghezza del fumetto (24 pagine), dalla colorazione, dallo stile di Riccadonna (che ricorda vagamente Denis Medri) e dal modo in cui si presentano gli autori (Stefano "il valente" Ascari, Andrea "il magnifico" Riccadonna: come nei fumetti di Stan Lee).

Non penso che l'assenza dei combattimenti di massa (a differenza dei film mitologici e storici degli ultimi anni) sia una scorciatoia degli autori (seppure la prima vignetta di pagina 2, nella quale si intravede lo sbarco degli Achei, sia scialba). Si tratta di una scelta dettata dalla volontà di mettere in primo piano gli eroi. E' l'eroe al centro della narrazione, e un combattimento di massa - soprattutto in un fumetto che dura solo 24 pagine - ne distoglierebbe l'attenzione. Del resto anche i fumetti di supereroi sono tipicamente degli scontri fra individui, e non delle battaglie campali.
Questa intenzione degli autori si desume anche dalla scelta di attribuire a Leandros, personaggio di secondo piano che osserva gli eroi "dal basso", le didascalie in soggettiva.

Non mi ha convinto il registro stilistico di Ascari. Parere soggettivo, sarebbe stato meglio utilizzare un tono più epico. E' possibile che Ascari abbia preferito la semplicità e l'immediatezza, consapevole di rivolgersi a lettori giovanissimi.


Mi sembra che l'applicazione degli stilemi del fumetto supereroistico ai miti classici non sia stata mai tentata, e quindi dia un tocco di originalità al progetto (rivisitare i miti classici in stile supereroistico è diverso dall'ispirarsi alle leggende classiche per creare supereroi nuovi o collocare gli eroi classici nell'epoca contemporanea).
E' un buon punto di partenza. Vista l'impostazione data alla serie sarebbe interessante se nei prossimi numeri gli autori ragionassero sul concetto di eroe. Cosa rende una persona "eroe"? Come è cambiato questo concetto dall'età classica ai giorni nostri? Quali distorsioni possono nascondersi dietro all'eroismo? Spero che in sede di scrittura del fumetto gli autori abbiano tenuto debitamente conto di questo aspetto e abbiano deciso di approfondire il tema. A giudicare dal primo numero sembra che la consapevolezza di ragionare su cosa sia l'eroe e come rappresentarlo ci sia.

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