venerdì 7 ottobre 2011

La simpatia di Walt Disney per il fascismo


Ieri Andrea Mazzotta, direttore della casa editrice NPE, ha scritto questo messaggio su Facebook:
"Quando in una sola giornata ti senti con sei dei più grandi critici italiani del fumetto vuol dire che forse il libro che stai chiudendo sarà davvero un evento che cambierà tutto ciò che si sapeva sulla storia del fumetto in Italia. Inzia a farmi un po' impressione la cosa."

Poi ha aggiunto:
"Presto si saprà di più anche se qualcosa è trapelato (anche questo mi ha fatto paura...non abbiamo diramato nulla ma sono circolate delle indiscrezioni su un paio di siti....)"

A cosa si riferiva? Probabilmente a un articolo di Comicsblog sul libro Eccetto Topolino. Lo scontro culturale tra il fascismo e il fumetto, scritto a sei mani da Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama. Cito:
"Gli autori del saggio scoprono, documenti alla mano, che le ragioni di quell’indicazione non sono soltanto legate alla vulgata conosciuta finora, e cioè che Mussolini preferì salvare l’eroe disneyano perché amatissimo dalla sua famiglia e in particolare dal piccolo Romano. Dietro c’era anche uno scambio segreto con il magnate della stampa americana William Randolph Hearst, ultraconservatore, con il tramite di Guglielmo Emanuel, futuro direttore del Corriere, e una simpatia dello stesso Disney per il regime fascista italiano e per lo stesso Mussolini."

A proposito dei rapporti di Walt Disney con il fascismo e il nazismo in rete c'è


un articolo di Marco Managò sul libro Camerata Topolino di Alessandro Barbera pubblicato da Stampa Alternativa nel 2001:
"Negli anni novanta vengono pubblicati due volumi, uno di Laqua (Come Topolino è caduto in mano dei nazisti) e uno di Eliot (Il principe nero di Hollywood), in cui la visione di un Disney romantico cede il passo a una valutazione più severa. 
Senza mezzi termini i due autori scrivono di un Disney fascista, Eliot lo descrive vicino al nazismo (...).
I contatti tra Disney e Mussolini iniziarono con la visita dell’americano a Roma nel 1932 (e forse anche nel 1937); stima reciproca tra i due, tanto che il duce, boicottando i fumetti d’oltreoceano, risparmiò Topolino e c. 
Stessa considerazione da parte di Goebbels e Hitler 
Da notare come negli anni trenta, negli Stati Uniti, ci fosse una forte componente vicina al fascismo, giudicato per il suo carattere innovativo e dinamico, più che per l’ideologia. Scrive Barbera "A Disney capitò quello che quasi contemporaneamente accadde ai citati ambienti conservatori inglesi. Essi, sulla base di premesse magico-esoteriche, avevano guardato in un primo momento con simpatia alla Germania nazional-socialista. Ma in seguito la simpatia si trasformò in" [continua su Arianna Editrice]

Vedi anche:
Il cartone animato di Paperino nazista.

2 commenti:

  1. Dimenticavo: il libro Eccetto Topolino. Lo scontro culturale tra il fascismo e il fumetto non è ancora stato distribuito. Esce a fine ottobre in occasione di Lucca Comics and Games e poi nelle fumetterie e librerie.

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