mercoledì 26 gennaio 2011

Su Avvenire l'ennesima Caporetto giornalistica

Due domeniche fa il quotidiano Avvenire ha pubblicato un servizio sui fumetti composto da un pezzo principale intitolato "Dalla narrativa alla cronaca nera, la nuova età dei fumetti", da un'intervista a Matteo Stefanelli e da un trafiletto intitolato "Le vendite. Negli Stati Uniti è già boom".
Nel sito di Avvenire c'è l'articolo principale. Nel blog Fumettologicamente ci sono le scansioni degli altri due. L'autore è Ilario Lombardo.

Mi soffermo sul trafiletto (correte a leggerlo su Fumettologicamente e poi tornate qua) perché l'autore è riuscito a infilare tre errori nello spazio di pochissime righe.
Trasformare Matteo Stefanelli in Mauro Stefanelli non è un errore veniale, perché lo studioso è stato intervistato e gli è stata chiesta una piccola consulenza. Stefanelli è diventato Mauro sia nel trafiletto che (due volte!) nell'intervista.
In secondo luogo Lombardo scrive che il fatturato delle graphic novel è passato dal 2001 al 2007 da 75 a 375 milioni di dollari. Il giornalista attribuisce questo dato a una ricerca dell'OssCom dell'Università Cattolica quando in realtà la cifra proviene dal sito Icv2. Va precisato che il giro d'affari non riguarda solo le librerie di varia ma anche le fumetterie.


Il terzo errore è gigantesco. Nell'articolo principale Lombardo scrive che la graphic novel "è il fumetto nella sua piena evoluzione, che diventa romanzo". Cita tra gli altri Joe Sacco, Igort, Art Spiegelman, Will Eisner (nell'articolo principale), Peter Kuper e Robert Krumb (nel trafiletto). Nomina case editrici italiane come Coconino Press, Black Velvet, Edizioni BD e BeccoGiallo.
Quindi, quando scrive che il mercato della graphic novel  è passato da 75 a 375 milioni di dollari, non pensa certo ai
fumetti della Marvel e della DC Comics o a manga come Naruto e One Piece. E non possono pensarlo nemmeno i lettori dell'articolo: Lombardo circoscrive chiaramente quali sono le graphic novel e poi dice qual è il loro fatturato. Leggendo l'articolo di Avvenire si intuisce che i lettori americani fanno a botte per conquistare l'ultima copia rimasta di Peter Kuper.
Si tratta di fotografia del mercato americano totalmente avulsa dalla realtà. A differenza di Lombardo, i siti statunitensi che si occupano di analisi del mercato includono nella categoria delle graphic novel tutti i volumi brossurati e cartonati. Sono graphic novel i manga come Naruto, One Piece e Death Note e le edizioni in volume delle serie dedicate a Batman, Spider-Man e tanti altri.
Per essere chiari: secondo Bookscan nel 2008 le librerie di varia hanno venduto 8,3 milioni di volumi a fumetti per un incasso di 101 milioni di dollari. Di questi ben 5,6 milioni erano manga.

Un disastro. Da uno che intervista Matteo Stefanelli e al momento di pubblicare l'intervista scrive tre volte "Mauro Stefanelli" non ci si può aspettare che verifichi se il suo concetto sballato di graphic novel coincide con quello dei siti americani che si occupano di analisi del mercato.

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