martedì 7 dicembre 2010

Non ho mai sentito parlare di rivendicazioni contrattuali da parte dei gruppi teatrali delle parrocchie

Avete mai sentito parlare di rivendicazioni contrattuali da parte dei gruppi teatrali delle parrocchie? Io no.
Il numero di lettori dei volumi a fumetti (le graphic novel, per capirci) in Italia è paragonabile a quello degli spettatori delle rappresentazioni teatrali dei gruppi parrocchiali, quindi un accostamento fra le due attività non è azzardato o irriverente.
La domanda fatidica è: perché gli autori dei volumi a fumetti protestano mentre gli attori teatrali delle parrocchie stanno zitti?
La risposta è:
perché gli autori dei volumi a fumetti pensano di essere al livello di Broadway anziché della parrocchia.

Se il livello degli autori italiani fosse alto, allora la protesta avrebbe senso. Avrebbe senso dire che gli editori sono degli incapaci che non fanno arrivare al pubblico le loro opere imprescindibili. Avrebbe senso dire che gli editori fanno il minimo perché sanno che è sufficiente per campare alle spalle del talento degli autori.
Invece non avrebbe senso protestare se il livello fosse basso. Gli editori non potrebbero essere accusati di non essere capaci di cavare il sangue dalle pietre.

Quanti volumi a fumetti di autori italiani pubblicati in Italia negli ultimi cinque anni possono essere considerati dei capolavori?
Quanti autori italiani contemporanei mettereste in libreria di fianco a Carl Barks, Andrea Pazienza, Katsuhiro Otomo, Alan Moore, Charles M. Schulz, Kazuo Koike e Goseki Kojima, Alberto Breccia, Osamu Tezuka e Jacques Tardi?
Quanti autori italiani contemporanei mettereste in libreria di fianco a Chris Ware, Grant Morrison, Alison Bechdel, Joe Sacco, Jason, Emmanuel Guibert, Craig Thompson, Miguel Angel Martin e Paul Pope?
(non sono domande retoriche)

AGGIORNAMENTO
Ho scritto un altro articolo sul tema: Una mostra sull'Antico Egitto interessa a più persone di tutti i fumetti pubblicati in Italia nel 2009.

20 commenti:

  1. Viene in mente solo Gipi

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  2. ...sai Luigi la differenza è anche un'altra. I fumettisti con il loro lavoro vogliono camparci, a differenza degli attori delle parrochhie.

    Che poi certi autori pubblicati sono delle mezze calzette, il problema dipende dagli editori che li pubblicano senza fare editing (cioè scremando il materiale scadente).

    Visto che qui stiamo puntando alla MERITOCRAZIA, noi fumettisti puntiamo a fare per certi versi scrematura interna, non so se mi spiego. Maggiori diritti corrisponde a maggiori doveri, e quindi gli editori DOVRANNO per forza fare un editing migliore se vogliono produrre fumetti.

    E qui mi fermo.

    A presto!

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  3. "I fumettisti con il loro lavoro vogliono camparci"
    Ah sì? E PERCHE'?
    Sembra una domanda banale o provocatoria, eppure non ho mai sentito una risposta seria e convincente.
    Perché il pittore della domenica non può camparci, coi suoi quadri?
    Perché il musicista che suona nel tempo libero non può camparci, con la sua musica?
    Cos'ha un fumettista "in più" di costoro?
    A parte Gipi, ovvio.
    Apn

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  4. Vittorio Giardino. Hugo Pratt. Enrico Marini. Gabriele Dell'Otto. Giulio DeVita. Antonio Sarchione. Simone Bianchi. Giuseppe Camuncoli, Theo, Roberto Ricci. Riccardo Burchielli. Alessandro Barbucci.
    Questi sono solo ALCUNI degli autori che stati costretti alla fuga dall'Italia perché qui, nessuno li pagava adeguatamente.
    Basterebbe questo per risponderti.
    Comunque, io non ho mai sentito che gli oratori si volessero definire Teatri.
    Perché, in base al tuo ragionamento, è questo che sarebbero gli editori: degli oratori.
    Però, se gli oratori si facessero pagare il biglietto, e anche caro, non sarebbe giusto che un'equa parte dei soldi andassero alle compagnie parrocchiali?

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  5. Guarda Luigi io non ho remore a metterci affianco Igort, Manuele Fior, Mattotti, Ponchione, Corona, Toppi, Mattioli, e via discorrendo... mischiando "alto e basso"... credo che il discorso sia assai complesso, in una situazione del Paese assai complessa legata ad una complessa situazione economica mondiale, e per tanto la risposta non può essere semplice (e neanche le domande per arrivare a questa risposta...)

    saluti fumosi
    smok!

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  6. Se gli oratori facessero pagare un biglietto, e anche caro, la partecipazione alle attività oratoriali ne uscirebbe decimata.
    Così come in pochi snon disposti a sborsare per un fumetto italiano (ma non solo), gli editori hanno pochi soldi da dare agli autori.
    Viviamo in un'economia di mercato. Se un editore mi paga poco, sono libero di portare il mio lavoro a un altro editore. E hai già capito come si chiude la catena.
    Se non esiste il "consumatore finale" (l'acquirente), non può esistere neppure il mercato del fumetto, e quindi ciccia.
    Il famoso editore che fa le budella d'oro sfruttando i fumettisti deve ancora essere indicato. Perché non esiste.

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  7. Non credo che sia un problema di livello degli autori: credo che sia un problema di OFFERTA.
    I grandi autori del passato hanno spaziato in tutti i campi, e sottolineo tutti: facendosi conoscere ed apprezzare da una grande fascia di lettori anche per questo.
    Gli autori attuali sono invec molto settorializzati, e contemporaneamente (per problemi economici, quasi sempre) si è settorializzato anche il lettore: quindi il mercato autoriale italiano è diventato quasi sempre di nicchia.
    Uscite dalla nicchia, ascoltate il lettore, dategli ANCHE (anche, non solo) quello che vuole lui oltre quello che volete voi.

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  8. Alla fine ho specificato: "non sono domande retoriche". Lo ho specificato perché lo scopo del post non è fare sarcasmo.

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  9. "...sai Luigi la differenza è anche un'altra. I fumettisti con il loro lavoro vogliono camparci, a differenza degli attori delle parrochhie."

    Sarebbe bello se ci riuscissero, però non c'è la condizione basilare: i lettori sono pochissimi e le copie vendute sono pochissime.
    Se fossimo in un mercato florido dove gli editori fanno affari d'oro e gli autori sono sottopagati, questi ultimi avrebbero ragione a lamentarsi.
    In un mercato sfasciato dove 1.000 copie sono un successo cosa possono pretendere gli autori?

    Volevo dire due cose con questo post:
    - se i lettori di volumi a fumetti sono pochissimi non è che parte della colpa è degli autori che fanno fumetti di cui non frega niente a nessuno?
    - gli autori validi ci sono (gli italiani da mettere di fianco a Chris Ware, Grant Morrison, Alison Bechdel, Joe Sacco e Jason potrebbero essere anche venti) però non mi sembrano questo grande esercito.

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  10. ti seguo sulla prima cosa che volevi dire.
    uno dei problemi del fumetto italiano sono proprio gli autori. L'ho anche scritto più volte.
    da soli fanno molta fatica ad esprimere le proprie potenzialità, soprattutto se sono gestiti male dagli editori, che purtroppo non sono sempre all'altezza del loro ruolo.
    però il paragone, lo scrivo senza acredine, onestamente non sta propio in piedi, come hanno scritto nei commenti sopra, e rischia anche di apparire un po' offensivo per come è formulato.

    cmq di autori italiani con una propria poetica ne abbiamo anche noi. tra quelli emersi ultimamente, hanno già citato Manuele Fior. Aggiungo Alessandro Tota. L'elenco è più lungo di quanto puoi pensare a prima vista. Molti hanno pubblicato all'estero, dove i loro libri hanno avuto quello che meritavano. Sempre da Canicola è arrivato anche Giacomo Monti. Potrà non piacere il disegno. Ma proprio dai suoi racconti arriva un film... quindi vuol dire che una poetica c'è.

    In questo momento gli autori che si sono esposti, più che rivendicare, si sono rimboccati le maniche e stanno ragionando per fare acquisire ai colleghi una mentalità diversa, più responsabile e consapevole.

    Poi toccherù a tutti gli altri.

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  11. Se in parrocchia mi chiedono di recitare io accetto visto che i pranzi e le cene nelle sacrestie sono buonissimi : )

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  12. IGORT, GIPI, SARA COLAONE, LEILA MARZOCCHI ma ne avrei altri che non sto ad elencare.
    Mi sono sempre chiesto: ma perché un gruppo musicale che fa cover(molte volte fatte anche male) può portarsi a casa la pagnotta mentre con le arti grafiche la visione collettiva è sempre quella del disegnino?!dai fammelo che ti costa!?
    consiglio vivamente tutti di guardare questo video
    http://www.youtube.com/watch?v=MJVIZGwF_SI

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  13. Il video segnalato da Saxarts circola da un po' ed è già stato commentato su altri blog. Non è utile alla discussione. La ragazza del video vorrebbe fare l'attrice, e campare facendo l'attrice, ma non trova nessuno disposto a pagarla. L'aspirante attrice non subisce nessuna ingiustizia, nè viene sfruttata da alcuno. Esprime solo la sua frustrazione per un'ambizione (lecita) che non si realizza.
    Qualche mese fa è stata la volta di un vignettista satirico che, invitato per l'ennesima volta a partecipare senza compenso a una nuova iniziativa editoriale, ha detto di no, perché stanco di sperare in una retribuzione che poi non arriva.
    Nell'epoca pre-internet avevano voce solo quelli che "ce l'avevano fatta". Artisti famosi intervistati dai media, ricordando i tempi della "gavetta", rammentavano di come a partire fossero in tanti, ma pochi ad arrivare.
    Oggi la rete dà voce a un esercito di frustrati che non trova sbocchi professionali, un urlo lancinante e doloroso al quale è impossibile dare consolazione.

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  14. Ovviamente i vari Gipi, Corona, Igort, Andrea Bruno, Bacilieri, Reviati, Ausonia, Ponticelli, Palumbo, Ripoli, Tuono Pettinato, Genovese, Squaz, Fior, Petrucci, Colaone, Lise e Talami, Maicol e Mirco, Makkox, Parisi, Tota e altri non sono autori da parrocchia. C'è bisogno di specificarlo?

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  15. E io che pensavo che denunciare i grandi editori cattivi che non pagano senza però nominare chi sono, fosse un'abitudine tutta fumettara... E invece no... Incece vedo dal video di Maddalena che fare la rivoluzione alla carbonara con eroica denuncia del torto subito ma guardandosi bene dal fare i nomi è abitudine abbastanza diffusa... W la revolucion, W le stanze segrete, dove si entra solo se si è dei veri rivoluzionari alla carbonara!

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  16. Luigi, c'è stato bisogno di specificarlo proprio perché alcuni di questi autori sono proprio tra i protagonisti di questo percorso. Aggiungi anche Ivo Milazzo... Per dire che non sono certo assimilabili gli attori del teatro parrocchiale. C'è anche un autore come Marcello Toninelli, che, in effetti, pubblica anche per le parrocchie... ;-)
    per questo il tuo paragone è sembrato come minimo sminuire con un po' troppo sarcasmo quanto sta avvenendo.
    Cmq, è auspicabile che la quantità e la qualità degli autori coinvolti aumenti.

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  17. bel post provocatorio. quindi, visto che stiamo provocando: tu che cosa sei? il recensore degli spettacoli parrocchiali?
    in pratica te lo stai dicendo da solo.

    non mi sembra una posizione coerente, ma in fondo chi l'ha detto che la coerenza abbia una qualche utilità, nella vita?
    (anche questa non è una domanda retorica)

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  18. hahahaahah...inutile dire che sono d accordissimo,ma c e' un ronzio che mi fronzola nella tetsta. C e' un errore di fondo , caro amico, e mi sorprende che non lo abbia colto.

    Il fumetto non e' solo autoriale ma stratificato , o pensi che naruzzo dylan cat e i cortili di ste mazze vendano milioni di copie perche' sono capolavori imprescindibli. Se si dovesse fare tutto per amore di arte, possiamo smettere tutti di fare tutto, anche scrivere nei blog ;9. l intrattenimento e' giusto che vada pagato a chi non vuole condividere gratuitamente la sua passione. Che facciano schifo, e' un altro discorso.Ma perche' non si parla mai di quanto fa schifo il lettore?

    Scoiattolazzo

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  19. Fighissima questa.
    Te la spiego dal punto di vista più semplice semplice possibile.
    Lavoro= paga
    Volontariato= niente paga
    Quando potrò nutrirmi d' aria, anzi meglio, delle tavole che disegno, potrai venire a farmi questi discorsini con paragoni tra l' altro totalmente fuori contesto.
    Fino ad allora, ti prego, riattiva il cervello.
    Spero che almeno a te ti abbiano pagato( e bene) per scrivere questa accozzaglia di sgarbiate, o che piuttosto tu sia uno di quegli editori furbetti che usano la retorica del fare gavetta-curriculum vattelapesca per far sudare aggratis i poveri pirli di turno mentre tu ci guadagni.
    Altrimenti è grave, molto.

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