venerdì 22 gennaio 2010

Ci sono ritardi e ritardi


Kevin Smith è un ritardatario cronico che ha impiegato anni a completare una miniserie sulla Gatta Nera e non ha mai finito di scrivere Daredevil/Bullseye: The Target. Ogni volta che viene annunciato un suo fumetto è lecito chiedersi se e quando si concluderà, fare un po' di sarcasmo e domandare alla casa editrice se l'autore ha consegnato la sceneggiatura di tutta la serie.
Ci sono ritardi più clamorosi, come quelli che hanno interessato diversi numeri della miniserie Final Crisis e costretto la DC Comics a sostituire il disegnatore JG Jones o come quelli di Civil War dovuti alla lentezza di Steve McNiven.
I ritardi hanno provocato danni economici e di immagine alla DC Comics e hanno rischiato di mettere in crisi il coordinamento fra le serie della Marvel collegate a Civil War.
Nell'ambito del fumetto parlare di questi ritardi è importante: bisogna chiedersi perché il disegnatore ha consegnato in ritardo, notare che nel caso di Final Crisis la casa editrice gli ha affidato un fumetto chiave nonostante fosse a conoscenza della sua lentezza e trattare come notizia rilevante il fatto che Kevin Smith ha già consegnato tutte le sceneggiature della sua nuova e lunga miniserie.




Altri ritardi si riducono a mera curiosità e gossip. Quando una miniserie di quattro numeri come La dottrina di Alessandro Bilotta e Carmine Di Giandomenico inizia nel 2002 e nel 2010 non è ancora stata completata è lecito chiedersi quali sono i motivi del ritardo. E se uno dei co-editori ne parla e l'altro ribatte è giusto riportare i loro interventi.
Tutto questo però è gossip, non notizia seria. Per me "gossip" significa affrontare l'argomento in modo leggero e senza chiedermi di chi è la colpa (anche in senso giuridico) come farei nel caso di Final Crisis.
Il ritardo de La dottrina è irrilevante perché la serie ha una tiratura microscopica, non ci sono contratti importanti con l'estero e gli autori realizzano il fumetto quasi esclusivamente per passione. Diventa rilevante solo perché le persone coinvolte nella lavorazione decidono di loro spontanea volontà di parlarne. Se Andrea G. Ciccarelli non scriveva l'articolo nel suo blog nessuno si sarebbe mai sognato di chiedere spiegazioni perché il ritardo de La dottrina è una non-notizia. Tra l'altro è un fumetto pubblicato da Magic Press: quando mai i fumetti della Magic Press non sono usciti in ritardo?
Non ci sono colpe perché si tratta di un fumetto amatoriale che a quanto pare frutterà agli autori appena una manciata di euro. Non ha senso incolpare Bilotta di non avere voglia di lavorare gratis. Se ne ha voglia lo fa, altrimenti non lo si cricifigge perché non coltiva il suo hobby invece di scrivere Dylan Dog.
Non ci sono colpe perché l'operazione è così piccola e amichevole che Bilotta può permettersi di non consegnare il materiale per il gusto di fare uno sgarbo a un supervisore verso il quale prova antipatia (non so se le cose stanno davvero così; io mi sono fatto questa idea). Per una cosa del genere JG Jones sarebbe finito in tribunale.

5 commenti:

  1. Sui ritardi di JgJones si sono spese un sacco di parole invece e pare che l'ipotesi più irreale fosse invece quella più vicina alla realtà.
    sul disorso dottrina io non sono d'accordo sul fatto che non ci siano colpe, non voglio spendermi ocmpletamente dalla aprte di ciccarelli, del quale non ho apprezzato per niente i toni dell'uscita, mai e poi mai mi permetterei di scrivere al sig. Bilotta, che non conosco di persona e dirgli di muovere il culo e consegnare il materiale mancante. però mi sembra troppo semplicistico dire che non ci sono colpe in quanto fumetto amatoriale, innanzitutto non credo che saldapress e magic prass operino a livelli amatoriali e poi credo che un minimo di contratto dietro a questo alvoro ci sia, un contratto stipulato dagli autori e dagli editori. se c'è, e spero proprio che ci sia, allora ci sarà scritto anche chi si impegna a produrre cosa e secondo quali tempi, se non c'è... beh se non c'è non saprei proprio che dire.

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  2. hmm, non sono molto d'accordo con te, luigi.

    in primo luogo, magic press è un editore professionista, non amatoriale, con anni di esperienza sulle spalle e con una certa fama e credibilità tra i lettori. al di là dei ritardi più o meno consueti nelle loro uscite e di altre cadute di stile.

    sono d'accordo a non voler dare delle "colpe", anche perchè esticazzi. ma secondo me la questione è un'altra rispetto a quella che poni tu: fai pagare il tuo prodotto? e allora hai delle responsabilità.

    se "la dottrina" fosse stato, per esempio, diffuso gratuitamente su internet, sarei stato d'accordo con te che gli autori avrebbero potuto prendersi tutto il tempo del mondo per terminare l'opera secondo i loro comodi. se uno vuole farmi un regalo io non lo vado certo a pressare perchè si sbrighi.

    ma i volumetti de "la dottrina" si pagano, e non certo una cifra simbolica ma il normale prezzo di mercato per un prodotto professionale di quel genere.
    tra l'altro mi sembra che, in questi anni, uno dei volumi de "la dottrina" sia andato addirittura esaurito per poi essere ristampato, quindi almeno da quel fronte un guadagno c'è sicuramente stato, e gli autori qualche euro l'avranno pur visto.

    quindi direi che a mio avviso si tratta di una brutta figura per tutti, autori ed editori, i quali forse farebbero meglio a cospargersi il capo di cenere coi lettori paganti piuttosto che lanciarsi frecciate a vicenda (anche perchè, diciamocelo, la giustificazione data da ciccarelli non sta per nulla in piedi).

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  3. "in primo luogo, magic press è un editore professionista, non amatoriale, con anni di esperienza sulle spalle e con una certa fama e credibilità tra i lettori"

    Quando compero un fumetto della Magic Press sono certo che sarà un fumetto fatto con tutti i crismi.
    L'amatorialità di cui ho parlato riguarda questo particolare fumetto e si riferisce ai guadagni bassi dovuti alla bassa tiratura. E' stato lo stesso Ciccarelli a dire (per primo, mi sembra) che lo scopo principale della pubblicazione di quel fumetto è la soddisfazione personale.

    Ho scritto questo post pensando più in generale a quello che è stato scritto nei giorni scorsi sui siti di fumetto (non solo da Ciccarelli ma anche dai lettori che hanno scritto la loro in vari forum).
    Tutti vogliono polemiche, investigazioni e chissà cosa... Prima gli editori dovrebbero pubblicare qualche Final Crisis :-)

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  4. Non son tanto d'accordo sulla questione che Billotta non sia tenuto a consegnare perchè non ci guadagna abastanza.... op erchè gli è antipatico Ciccarelli.
    Non mi esprimo su tutta la questione e i modi, ma nel momento in cui ha iniziato a scrivere la miniserie ha anche preso un impegno con i lettori, ora giustifico l'interruzione di una serie se ci si rimette, ma se manca poco e il motivo fosse perchè non ci si guadagna abbastanza... Legalmente sarai a posto, ma moralmente è un bel modo di ringraziare i primi che ti han dato fiducia.

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  5. luigi, il fatto di svolgere un lavoro (anche) per il piacere di farlo non necessariamente fa di questo un'attività "amatoriale". non se ci sono in mezzo dei soldi, anche se pochi. se mai, è da invidiare agli autori de "la dottrina" il fatto di aver (presumibilmente) guadagnato qualche euro divertendosi :)

    trovo invece "amatoriale" l'atteggiamento di molti addetti ai lavori, che a mio avviso si comportano spesso come delle vere e proprie comari di paese. ma d'altronde, quando il settore è letteralmente un paesino con quattro gatti, come quello del fumetto...! in un certo senso, temo che questo tipo di atteggiamento sia un effetto collaterale inevitabile.

    insomma, in generale sono d'accordo con te: le polemiche, in casi come questo, non servono a nulla. io sono dell'idea che, alla fine, siano la qualità dei prodotti e il rispetto per i lettori a pagare -- e vice versa.
    il caso di kevin smith, che tu hai giustamente citato, me ne pare una dimostrazione abbastanza evidente: lui stesso, oggi, è costretto a riconoscere di aver perso la fiducia dei lettori. e infatti le sue recenti miniserie alla DC, ad esempio, non hanno certo avuto il successo che invece avrebbero senz'altro ottenuto qualche anno fa.

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