venerdì 23 gennaio 2009

Bitch di Miguel Angel Martin (recensione)


Bitch
Miguel Angel Martin
Purple Press
2008
128 pagine, cm 17x23, colori, brossura
16,00 euro

Leni è una writer che combatte una battaglia a colpi di bomboletta con il misterioso rivale Heartbeat, sempre un passo davanti a lei nella gara a taggare i muri di una città europea dai connotati fantascientifici. Come sempre, però, la fantascienza nei fumetti di Miguel Angel Martin è la scusa per mettere a nudo le derive e le contraddizioni della società e della cultura contemporanea.
In Bitch Martin affronta il tema della deriva del pensiero, descrivendo l'incapacità di molte persone di ragionare senza uscire da schematismi preconfezionati e il pressapochismo e la facilità con i quali si accettano opinioni false e prive di fondamento.
In una società colpita dal morbo della semplificazione, le persone concepiscono solo la scelta fra opzioni radicalmente contrapposte (nazismo/ebrei, guerra/pace, razzismo/amore per gli stranieri a tutti i costi, Israele/Palestina, alta borghesia/lotta proletaria). La combinazione di tutte queste etichette, che prese singolarmente sono tanto assolute e "rassicuranti", dà vita a un groviglio di contraddizioni assurde e inestricabili (esempio: i nazi-gay).
Se le opzioni e le scelte sono le strade e le svolte di un labirinto, i personaggi sono le cavie che vi sono state inserite da Martin. E il labirinto non ha vie d'uscita. E' per questo motivo che Bitch è spezzettato in tanti piccoli capitoli capitoli autoconclusivi anziché essere costituito da un'unica storia lineare: con il passare dei capitoli si ammassano sempre più bipolarismi, fino a quando le fondamenta crollano e lasciano una distesa di macerie.
"Sembra che esista un nuovo profilo di terroristi senza ideologia che non rivendicano niente, cercano solo di causare il maggior danno possibile. I governi li coprono e li fanno passare come terroristi islamici perché non sono in grado di lottare contro di loro." (pag. 111)
In mezzo a una selva di personaggi unici, contraddittori e combattuti, costretti continuamente a venire a patti con se stessi, spunta un individuo che riesce a vedere al di là delle bugie che le persone si raccontano per rimanere a galla: non c'è la scelta fra guerra e pace, che infatti nelle ultime pagine vengono riunite sotto lo stesso nome, ma solo l'inevitabile annullamento verso cui è destinata l'umanità.

Ringraziamenti: www.libroteka.it

Inoltre:
Articolo su Neuro Habitat.
Manifesto di Martin per Children No More.
Recensione di Playlove.




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