domenica 14 ottobre 2007

Perché non sopporto il termine "graphic novel"?

Perché mi capita di sentire o leggere cose come questa:
"graphic novel, una forma letteraria che, in Italia, non conosce ancora una diffusione appropriata rispetto al livello contenutistico e all’elaborazione formale dei testi, di grande qualità e efficacia. Per graphic novel si intende infatti quella che Hugo Pratt definisce “letteratura disegnata” ovvero un romanzo o una novella che utilizza la tecnica del fumetto per veicolare tematiche e contenuti di grande risalto, ascrivibili appieno a ciò che si definisce letteratura.
(...) Favorire la conoscenza di un tipo particolare di fumetto, il graphic novel (‘romanzo grafico’), che narra storie di grande spessore umano, utilizzando linguaggi grafici ricercati, lontano dalle standardizzazioni e dai cliché del fumetto popolare, e che adopera con attenzione raffinati espedienti letterari, tanto a livello linguistico quanto a livello narrativo"
[da http://www.ipbz.it/]

Sfido chiunque a sostenere che certi editori non usano il termine "graphic novel" per creare e pompare certe opinioni da smerciare a un pubblico prevenuto e a digiuno di fumetti.

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