lunedì 30 agosto 2010

Alan Moore, Grant Morrison e gli altri autori immaturi fanno fumetti su vigilantes in calzamaglia, cow boy macho e indagatori dell'incubo


Dalla postfazione dell'antologia Global Warming scritta da Claudio Calia ed Emiliano Rabuiti:
"Spesso sentiamo dire che il fumetto ha bisogno di contenuti maturi per poter essere considerato alla stregua di altri linguaggi, ma troppe volte ci si ferma a questa considerazione senza agire conseguentemente, senza realizzarli, i fumetti maturi, quasi che bastasse la dichiarazione di intenti per consolarci con una virtuale pacca sulle spalle, tornando come autori a raccontare di vigilantes in calzamaglia, cow boy macho o indagatori dell'incubo con problemi relazionali."

Io aggiungerei "ladri in tutina attillata", visto che l'autore della copertina di Global Warming è uno dei principali disegnatori di Diabolik.

5 commenti:

  1. Il nodo non è che "Alan Moore, Grant Morrison etc.. etc.." siano autori "immaturi".

    Il nodo è, e il pezzo in questione si riferisce al fumetto italiano, la costante litania che il fumetto non è letto dai lettori "normali", o è ritenuto un "genere" per bambini e non un linguaggio, quando il fumetto stesso si arrocca a parlare sempre delle stesse cose rivolgendosi sempre alle stesse persone.

    Palumbo fa Diabolik, certo, ma a Diabolik accosta le performance di Action30, per dirne una. Tanti invece ambiscono magari a fare diabolik, lo stesso vale per i supereroi o i bonellidi, ma senza altro da raccontare, tranne poi lamentarsi che il proprio vicino di casa non legge fumetti e li considera per bambini...

    Alan Moore e Grant Morrison per dirne due citati in questo titolo provocatorio, hanno sì scritto supereroi - senz'altro non in modo banale -, ma comunque a questo hanno affiancato progetti quali per esempio Invisibili o From Hell che si rivolgono ad altro tipo di pubblico.

    Rivolgersi ad altro tipi di pubblico - come da sette anni fanno le antologie di sherwood -, nel sempre più piccolo mercato del fumetto, a me sembra fin doveroso e vantaggioso per tutti quelli che fanno fumetti, anche di cow boy macho e indagatori dell'incubo con problemi relazionali, vedi te...

    Baci!
    c.

    RispondiElimina
  2. Si potrebbe fare un paragone con un regista giovane e promettente che fa documentari su politica e attualità.
    Mi chiedo se scriverebbe che solo in un certo tipo di opere (come i suoi documentari) si possono affrontare argomenti maturi e che i registi classici hanno pensato solo a fare film western e di guerra.
    Penso che il giornalista di Liberazione gli chiederebbe se è proprio sicuro che Apocalypse Now e Il buono, il brutto, il cattivo sono da buttare via.

    Oppure nel campo della letteratura è come dire che i romanzi di Simenon e Philip K. Dick sono robaccia perché sono letteratura di genere.
    Se Liberazione si fosse occupata di letteratura, il giornalista non avrebbe avallato un attacco alla letteratura di fantascienza da parte degli autori di un'antologia sulla politica contemporanea.
    Gli altri linguaggi hanno superato da un pezzo lo snobismo verso le opere di genere, quindi il giornalista avrebbe saputo che in un libro di fantascienza si può parlare di politica contemporanea, ma anche di massimi sistemi, sotto forma di allegoria.
    Nel caso avesse voluto fare riferimento ad altre opere letterarie, il giornalista avrebbe trovato da sé un po' di fonti oppure le avrebbe ottenute dagli autori del libro. E questi, se ne avessero conosciuto qualcuno interessante, avrebbero suggerito anche dei romanzi.

    Ecco, per me in un'occasione come questa, più che un attacco frontale a tutti i fumetti di supereroi, gioverebbe di più suggerire al giornalista che il tema dell'ambiente è stato trattato anche in Swamp Thing di Alan Moore.
    Il giornalista penserebbe "Ma come? E' robaccia di supereroi", però poi lo leggerebbe.


    Non vedo perché fare distinzioni fra i fumetti scritti da Moore e Morrison nel campo dei supereroi e gli altri loro fumetti.
    Non mi pare proprio che Morrison si abbassi a scrivere supereroi per pagare l'affitto e avere occasioni estemporanee per fare fumetti a cui tiene davvero.

    RispondiElimina
  3. Luigi,
    sinceramente sbagli mira. Stiamo parlando di uno (io) che in un estate passa a leggere, solo parlando di fumetti tra letture e riletture, dal manuale di sceneggiatura di Peter David all'Hulk di David stesso (su Le grandi saghe), al Devil di Ann Nocenti e John Romita jr. (il Romita jr che preferisco), passando per i Boys di Ennis, Kick Ass di Millar e ancora Romita jr (che qui non mi fa impazzire), il Devil di Bendis (che bellezza), qualche concessione al Kriminal di Secchi & Magnus e Corto Maltese, per recupero materiali lo Swamp Thing di Millar, un bel po' di Legends of the Dark Knight (quelle play press), un passaggio per Valentina di Crepax e in questi giorni qualche Ken Parker da Ken Parker Magazine. Il tutto passando per il Dylan Dog di Recchioni e il Color Fest.
    So che è antipatico sventagliare un elenco di letture, ma questo per farti capire che no, se parlo di supereroi non mi sento assolutamente come uno che ne parla da lontano. Riguardo a ipotetiche distanze tra cultura alta e cosiddetta bassa io ho scritto, quando ho scritto, racconti splatterpunk, non un romanzo intimista. Il reading che porto a spasso insieme ad un musicista è composto da ricordi di mie letture, con proiezione di vignette sullo sfondo, in cui la fanno da padrone elzie c. segar jack kirby steve ditko chris claremont john byrne frank miller giuseppe palumbo andrea pazienza in quest'ordine.

    La frase riportata nel lancio stampa del libro Global Warming, si rivolge - come il libro stesso - ad un pubblico non necessariamente di lettori di fumetti, e giustamente è stata colta da alcuni giornali che non parlano abitualmente di fumetti, quali Liberazione con l'anteprima della storia di ZeroCalcare, Terra e Il Venerdì.

    Non mi convince l'ipotesi che ad ogni comunicato stampa su un fumetto ci si debba giustificare dietro allo Swamp Thing di Moore, che adoro, o chissà che altro a seconda dell'occasione.

    Si parla di cose differenti, e nel fumetto e la sua percezione forse un problema è proprio questo costante aver paura di scindere, non capire che forse a certi tipi di lettori è meglio iniziare a parlare di fumetto a partire da cose che possono essere affini a uno a digiuno di fumetti, senza caricarli immediatamente e contemporaneamente della responsabilità sia di Città di Vetro di Mazzuchelli che del Dracula di Marv Wolfman.

    Baci,
    c.

    RispondiElimina
  4. "So che è antipatico sventagliare un elenco di letture"

    Ma no, anzi.
    Un'idea di quello che ti piace leggere me l'ero fatta seguendo le discussioni su Comicus. Mi era sembrata strana la distanza fra i tuoi gusti e la postfazione.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails