mercoledì 10 dicembre 2008

Playlove di Miguel Angel Martin (recensione)


Playlove. Dove le strade non hanno nome
Miguel Angel Martin
Purple Press
2008
224 pagine, cm 17x23, brossura con alette
16,00 euro

Nel suo ultimo fumetto intitolato Playlove. Dove le strade non hanno nome, l'autore spagnolo Miguel Angel Martin prosegue la spietata e corrosiva analisi della società contemporanea tipica delle sue opere e focalizza l'attenzione su una storia d'amore.
La protagonista di Playlove è Ari, una giovane ragazza che nello stesso giorno perde il lavoro e viene lasciata dal fidanzato. Poco male: incontra Dani, praticamente l'uomo perfetto, e la depressione viene cacciata via a colpi di occhiolini, aperitivi, ecstasy e sesso. Fra i due nasce una relazione e il ragazzo la aiuta a trovare un nuovo lavoro nella multinazionale Europlex, un'azienda popolata da personaggi "alla Martin": un malato di cancro allo stadio terminale che ride della sua condizione, una centralinista perennemente malata e imbottita di farmaci, una biondina perfettina attratta dagli uomini sposati.
Il tutto procede per circa 200 pagine, quando si scopre che... Ovviamente non lo dico. Quello che mi preme sottolineare è che la svolta finale non è una vera e propria svolta perché è facile prevedere come si concluderà il fumetto.
Non voglio criticare Martin. Anzi, trovo che il "colpo di scena" finale sia telefonato di proposito. Lo scopo di Playlove è mettere il lettore di fronte allo squallore e alla pochezza delle relazioni umane, affossando e degradando pagina dopo pagina l'importanza dell'amore e dell'affetto reciproco. In questo contesto la "degradazione della trama" (cioè la banalizzazione del colpo di scena finale reso telefonato) contribuisce a dare maggiore forza alla "degradazione affettiva".
Graficamente Playlove, come gli altri fumetti di Martin, è caratterizzato da un tratto essenziale e minimalista. Le tavole sono fatte di segni neri e precisi che intaccano i bianchi claustrofobici solo quando è indispensabile e ricordano l'ambiente freddo e asettico di una sala operatoria. Il pennino del fumettista spagnolo incide la società contemporanea come un bisturi e apre squarci nelle periferie anonime e tentacolari della metropoli, nelle facciate monolitiche delle multinazionali e negli anfratti più nascosti dove la gente trascorre qualche ora a base di droga e trasgressione per poi tornare alla solita routine impiegatizia.
Playlove è l'ennesima grande prova di Miguel Angel Martin che si conferma (ma non ce n'era bisogno) uno dei migliori fumettisti contemporanei.

Voto: 9/10

Ringraziamenti: www.libroteka.it

Inoltre:
Articolo su Neuro Habitat.
Manifesto di Martin per Children No More.

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails