sabato 24 novembre 2007

Il MOIGE si dichiara estraneo alle censure


"Il Moige-Movimento Italiano Genitori, dopo le dichiarazioni di alcuni utenti di siti che attribuiscono al Movimento la “colpa di censurare gli anime”, decide di render chiara la propria posizione una volta per tutte.

Il Presidente, Maria Rita Munizzi: “ Noi non solo non abbiamo il potere, che ci viene attribuito da qualcuno, di bloccare o censurare alcuni cartoni animati, ma pensiamo che la censura di questi cartoni, a meno di evidenti violazioni dei codici, sia sbagliata, perché crea un prodotto che scontenta tutti, appassionati compresi. La censura viene adoperata da chi li programma proprio per proporre dei prodotti che sono spesso pensati per gli adulti (lo dichiarano gli stessi produttori) a dei bambini. Il Moige invece è, questo sì e con determinazione, per il rispetto delle fasce orarie, all’interno delle quali i cartoni possono andare in onda anche integralmente ed essere fruiti dagli appassionati”
(continua su http://www.genitori.it/)

Una polemica si può sollevare lo stesso.
Che senso ha una fascia oraria per tutti che arriva addirittura fino alle 22.30 (con conseguente protesta del MOIGE se non viene rispettata)?

Il pomeriggio molti genitori lavorano e lasciano i figli a casa da soli. E' giusto che ci sia la fascia protetta.
Ma di sera? Come è possibile che alle 20.30 i genitori non riescano a controllare quello che guardano i figli in televisione?


Inoltre ci sarebbe da approfondire questo aspetto:
"Non è infatti con la censura che si risolve il problema: i tanti episodi di censura riferiti non sono assolutamente riconducibili all’attività del Moige. Solo pochissimi casi, in quanto gravi violazioni della legge, sono stati condivisi dal Movimento."
Visto che il comunicato termina con una sparata assurda e ultrabacchettona:
"Riguardo poi ai videogiochi che mostrano (ed è solo un esempio) come uccidere una ragazzina o come compiere azioni criminose, il Moige crede che dovrebbero essere fuori legge se non altro per rispetto alle tante vittime di simili violenze; perché certe cose non si dovrebbero fare nemmeno per gioco."

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